Negli ultimi giorni una intensa ondata di calore è risalita sulla Siberia orientale, determinando un brusco quanto intenso aumento delle temperature, con picchi di oltre +34°C +35°C nel cuore della taiga, ben oltre i 60° di latitudine nord. L’aria calda, proveniente dai territori semi-desertici della Mongolia interna e dall’ovest della Manciuria si è spinta fino al nord della Repubblica di Jacuzia (considerato il polo del grande gelo invernale nell’emisfero boreale), risalendo lungo il bordo più occidentale di un robusto promontorio anticiclonico, evoluto rapidamente in un promontorio anticiclonico di blocco, esteso con un proprio asse principale (assetto meridianizzato) che dall’est del deserto del Gobi (in questo periodo “arroventato” dal prolungato soleggiamento diurno di Giugno) si allungava fino al nord della Jacuzia.
La “cresta” di questa ampia ondulazione anticiclonica, che è stata rafforzata dall’”avvezione di spessore” che si è prontamente attivata lungo il suo lato occidentale (quello ascendente) dove era in azione l’ondata di calore, si è espansa fino ai 70° di latitudine nord, andando a lambire la costa artica siberiana affacciata al freddo mar di Laptev. L’evoluzione della struttura anticiclonica dinamica in un vero e proprio anticiclone di blocco, localizzato sulla Siberia centro-orientale, ha difatti spianato la strada a questa ondata di calore, che è stata supportata, nei medi e bassi strati (850 hpa), dal costante richiamo di masse d’aria piuttosto calde e secche, provenienti direttamente dagli aridi territori della Mongolia interna e dall’ovest della Manciuria, dove l’aria nei bassi strati è stata ulteriormente surriscaldata dalla continua insolazione diurna e anche dalle “Subsidenze atmosferiche”indotte dallo stesso regime anticiclonico che presentava massimi di geopotenziale piuttosto elevati in quota.
Osservando le stesse moviole satellitari è facilmente distinguibile la rotazione in senso oraria dei corpi nuvolosi che aggirano il promontorio anticiclonico lungo i bordi più occidentali e settentrionali. Queste masse d’aria calda, provenienti dai quadranti meridionali, dopo aver attraversato l’altopiano di Stanovoj, si sono riversate sulla Jacuzia, nell’est del territorio siberiano, determinando una brusca scaldata, con i termometri impennati sopra la soglia dei +34°C +35°C ma con picchi fino a +37°C, all’ombra nel cuore della Taiga. Notevoli i +37,2°C di massima registrati nella città di Jaskul, dove il caldo si è fatto sentire parecchio. Ma sono ancora più impressionanti le temperature massime raggiunte in alcune località nel profondo nord della Jacuzia, al di sopra dei 70° di latitudine nord. Su tutti spiccano i +31,4°C raggiunti dalla stazione di Ust’Olenek, località situata oltre 72° di latitudine nord, in piena zona artica.
Si tratta di un dato veramente impressionante che supera, di netto, il rispettivo record assoluto di caldo di +27,3°C, stabilito lo scorso 10 giugno. Ma per capire meglio l’entità dell’anomalia termica basta analizzare la media climatica di giugno per le massime che è di circa +6°C, con una temperatura media di poco più di +2°C. A far impennare le temperature, oltre la soglia dei +30°C +32°C, è stato il contributo dell’aria piuttosto secca proveniente da Sud, ulteriormente deumidificata dalle “Subsidenze” del promontorio anticiclonico di blocco. Quest’ultima ha difatti permesso alle temperature di poter sfondare con una certa agilità il muro dei +30°C +32°C, con picchi isolati fino a +34°C +35°C, nel cuore della taiga, sino al confine con la tundra. Ma a differenza delle eccezionali ondate di calore del 2010 e del 2011 stavolta il caldo avrà le ore contate nell’est della Siberia.
Queste ondate di calore, con i termometri che possono sfondare il muro dei +34°C +35°Call’ombra nel sud della Russia asiatica, nel periodo estivo si alternano a brevi ma intense rinfrescate, con la discesa di masse d’aria fredda di origini polari dalle coste artiche, accompagnate da fenomeni temporaleschi anche violenti, contraddistinti da grandinate, attività elettrica a fondoscala e forti colpi di vento (“downbursts”) ed occasionali fenomeni vorticosi. In questi ultimi giorni forti temporali, nelle ore pomeridiane e serali, hanno cominciato ad investire diverse aree della Russia europea e della Siberia occidentale e centrale, arrecando anche locali grandinate. Lo sviluppo di questi temporali “termoconvettivi” viene esacerbato dall’aumento dell’insolazione diurna, caratteristico in questo periodo dell’anno, e il contemporaneo allungamento delle giornate.
Il maggior apporto di calore, indotto dalla graduale intensificazione dell’insolazione diurna che surriscalda per bene i terreni, che instabilizza la colonna d’aria sovrastante, per l’inasprimento del “gradiente termico verticale” (fra l’aria sempre più mite nei bassi strati e l’aria più fredda che scorre alle quote superiori della troposfera), alimentando lo sviluppo di moti convettivi (correnti ascensionali che dal suolo tendono a propagarsi verso la media e alta troposfera giungendo fino ai limiti con la stratosfera) più marcati che spesso vengono identificati nella genesi di addensamenti cumuliformi, piuttosto sviluppati in altezza (cumuli congesti e cumulonembi), nelle ore centrali del giorno, specie se in presenza di importanti “gradienti termici verticali”, che vengono poi inaspriti dall’isolamento nei bassi strati di un “cuscino d’aria calda e umida”.
Articolo di: Daniele Ingemi