La scossa di terremoto, avvenuta ormai quasi un mese fa, è stata così violenta da determinare modifiche strutturali geologiche davvero importanti: Kathmandu, la capitale Nepal non lontano dall’epicentro, si sarebbe trasferita per circa tre metri in direzione sud, scivolando sotto la placca eurasiatica, come abbiamo recentemente evidenziato (guarda qui per approfondimenti). Non solo, in base a rilevazioni NASA tramite l’ausilio di dati satellitari, vi sarebbero stati anche importanti spostamenti verticali che hanno coinvolto tutto il territorio interessato dall’evento sismico, compresa la catena montuosa dell’Himalaya.
L’area del Nepal, intorno a Kathmandu, si sarebbe rialzata di quasi un metro e mezzo (in rosso sulla cartina). Più a nord, sulla parte centrale della catena dell’Himalaya e in Tibet, invece il terreno si sarebbe abbassato di 120-150 centimetri (in azzurrino sulla cartina). La parte che si è abbassata è situata nella regione Langtang Himal, l’area dove peraltro c’è stato il maggior numero di frane e valanghe killer. Questi spostamenti sono stati appurati confrontando le riprese effettuate sulla stessa zona il 21 febbraio e il 2 maggio. Non sono ancora giunti i dati dell’Everest, che si trova a est della zona più colpita dal terremoto del 25 aprile.