Il mese di aprile di quel lontano 1991 si distinse per episodi invernali fuori stagione, dopo un inverno che aveva già lasciato di suo un segno netto e ben distinto. Anche la primavera però non fu da meno, con ricomparsa della neve nella seconda decade, fino a quote di pianura. Eclatante il caso della pianura Padana che il 17 aprile prossimo avrà ormai già alle spalle un quarto di secolo.
Sarà che allora il clima era un’altra cosa, sarà pure che il vulcano Pinatubo (isole Filippine) dopo 5 secoli di letargo, decise proprio in quel mese di risvegliarsi, sparando in atmosfera colossali quantità di polveri, tali da frenare la radiazione solare. Sarà anche, anzi soprattutto, per una fortuita casualità di fattori, non ultima la situazione sinottica che si andò sviluppando e che andò ad aprire un canale di freddo dal polo verso l’Europa, fatto sta che la neve fece la sua comparsa in quell’occasione a bassa quota non solo al nord, ma anche in alcune zone del centro-sud. Una neve tardiva che si depositò sugli alberi in fiore sostituendosi alla tavolozza romantica di un pittore.
Eclatante l’evento di Potenza, città di montagna certamente avvezza a questo tipo di tempeste a sorpresa, ma forse non in questi termini e con queste modalità. Una nevicata fuori tempo massimo, fuori stagione, fuori tutto. Fiocchi accompagnati da tuoni e fulmini, neve portata da un vento tagliente, neve si diverte a coglierti impreparato, neve che volle farsi ricordare lasciando in due giorni, tra l’11 e il 12 aprile, quasi un metro di manto bianco e soffice.
Un evento certamente eccezionale che coincise con la visita pastorale dell’allora pontefice Giovanni Paolo II, il Papa che veniva dal nord e che, mi piace immaginare, possa essersi portato dietro questo autentico miracolo del tempo.
Luca Angelini per Meteoservice.net