15-10-2016 – Salve a tutti; editoriale serale di carattere generale, sempre incentrato sull’analisi modelli comunque. A tale analisi ne seguirà un’altra maggiormente incentrata sulle teleconnessioni, ma in questa sede vengono già anticipate alcuni importanti conclusioni in merito al futuro della stagione fredda in arrivo.
Passata la buriana potremmo dire (sebbene il termine indichi appunto una tempesta di tipo invernale), tempo in miglioramento il centronord, soprattutto tirreniche, mentre ancora in mattinata temporali anche forti hanno colpito il versante Adriatico.
Cosa succederà quindi nei prossimi giorni??
Ebbene, nel breve termine, fino a metà della prossima settimana, quasi tutte le regioni italiane potranno godere di belle giornate di inizio autunno, con temperature gradevoli, in linea con la medie de periodo o leggermente superiori al sud,una bella ottobrata insomma.
Ma tale assetto è destinato a cambiare nel Mediterraneo a causa del sopraggiungere di una nuova perturbazione dal centro Europa, correlata al nuovo (ennesimo) distacco di una goccia fredda dal flusso Atlantico (fig.1)
fig.1
Dalla fig.1 emerge chiaramente come la genesi del nuovo peggioramento sia generata dalla costante attività d’onda in Atlantico da parte dell’anticiclone delle Azzorre, davvero protagonista in questa prima parte del semestre freddo (ma anche in estate si era dimostrato alquanto attivo). In assenza di un flusso Atlantico ben strutturato, la struttura azzoriana approfitta di una certa debolezza della depressione islandese per “tagliare” l’alimentazione al vortice depressionario che, costretto tra due figure anticicloniche (fig.1) è praticamente costretto a giungere nel Mediterraneo nella seconda metà della prossima settimana (fig.2).
fig.2
Ed ecco, davvero singolare, riproporsi un peggioramento molto simile, nelle fasi finali, a quello vissuto nei primi giorni della presente settimana. Altra instabilità in arrivo dunque nella penisola a partire da giovedì, con temperature nuovamente in discesa, localmente sottomedia al centronord.
A questo punto, si aprono due importanti interrogativi, conseguenziali tra loro e direttamente legati ai futuri assetti del VP nel mese di Ottobre.
1) La goccia fredda in fig.2 verrà quindi riassorbita dal flusso atlantico più a ovest, determinando la fine dell’instabilità e del freddo nel Mediterraneo centrale e Italia o indugerà nel Mediterraneo portando ancora pioggia e freddo??
2) Il VP, quale configurazione andrà ad assumere quindi a scala emisferica ma soprattutto nel comparto atlantico ed europeo occidentale??
I modelli in tal senso sono veramente “schizoidi”, modificando radicalmente la loro emissione da una corsa all’altra. Tuttavia, emergono alcune importanti indicazioni che, a giudizio dello scrivente, modificano radicalmente, perlomeno in questa prima parte della stagione, l’evoluzione meteorologica nel comparto europeo, ma anche emisferico rispetto alla scorsa stagione fredda, alquanto monotona dal punto di vista meteorologico nel nostro continente.
Anche in questo caso gli aspetti principali che emergono dall’analisi sono due e anche in questo caso correlati tra loro:
1) L’anticiclone delle Azzorre (wave 2 troposferica) evidenzia una notevole forza e propensione a salire di latitudine in Atlantico
2) Il VP, nel comparto canadese, sta evidenziando una debolezza non comune negli ultimi anni, dominati dallo strapotere del lobo canadese e da una costante fase EA+ (East Atlantic ano anomalie positive di geopotenziali)
Ed ecco infatti, che l’ultima emissione del modello americano sembra voglia ribadire chiaramente quanto affermato; nuova rimonta altopressoria in Atlantico quindi, correlato svuotamento delle vorticità nell’Artico canadese, dove nasce un ponte altopressorio con l’Atlantico e ben 1070 hPa previsti sulla Groenlandia a mantenimento delle condizioni d’instabilità nel Mediterraneo anche nella terza decade (fig.3).
fig.3
Emerge subito dalla fig.3 come il nucleo principale del VP venga completamente dislocato nel comparto siberiano, con accentuazione del freddo e delle nevicate in tale settore; tale distribuzione estrema dei geopotenziali viene definita in letteratura Dipolo Artico (positivo in questo caso, AD+, tanto per inserire un po’ di sigle). In buona sostanza comunque, si tratta di una evoluzione che sembra voglia affermarsi sempre di più quest’anno, che potrebbe differenziare notevolmente la stagione in corso da quella dello scorso anno e che è già in atto, come dimostrano le anomalie di temperatura alla quota geopotenziale di 850 hPa, nel comparto asiatico (fig.4).
fig.4
Nel’ultimo run del modello americano, il trasferimento dei nuclei di vorticità e, in sostanza, del VP nel settore asiatico è sempre più evidente, con conseguenze tangibili anche per l’Europa, sebbene il Mediterraneo non venga ancora raggiunto direttamente dal poderoso split di un lobo freddo del VP stesso (fig.5).
fig.5
Quali le conseguenze dirette quindi per le nostre regioni per il pungo termine??
Le considerazioni che possono essere formulate sono di vario tipo e verranno approfondite anche in seguito ma da subito è possibile affermare che una tale progressione del freddo e delle nevicate in Ottobre nel comparto siberiano generalmente porta a un incremento rapido dello snow cover e del paramento SAI (Snow Advance Index), ovvero dell’innevamento delle aree siberiane poste al di sotto del 60° parallelo. A sua volta, è presente una buona correlazione statistica tra tale progressione dell’innevamento e i disturbi presenti nella stagione invernale al VP.
In parole più semplici, il freddo e il maggior innevamento (o meglio il maggior incremento dell’innevamento) rafforzano e anticipano la formazione del possente anticiclone termico siberiano che, com’è noto, rappresenta un valido baluardo alla penetrazione del flusso atlantico nel continente asiatico. In tal modo, in inverno, la corrente a getto è costretta a frenare e a ondularsi una volta giunta all’ingresso del continente europeo e a generare in sostanza, con più frequenza, cavi d’onda e relative ondate di freddo e maltempo nel settore europeo nella stagione invernale.
In maniera abbastanza semplificata sono stati quindi riassunti i parametri che potrebbero differenziare l’inverno che verrà da quello dello scorso anno; domani cercheremo di approfondire tali aspetti alla luce dell’analisi delle principali teleconessioni, ma per adesso è possibile affermare che l’autunno che verrà e, forse anche il trimestre invernale, potrebbero essere alquanto vivaci, aggiorneremo strada facendo.
Ciao ciao
Ilario Larosa (meteogeo)
Alessandro Zagaria
Magari