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Qui l’inverno è più lungo che altrove. L’ultimo raggio di sole se n’è andato alle 14,20 del 26 ottobre. Tornerà oggi, alla stessa ora, le 14,20, appoggiandosi per pochi istanti sulla stessa fontana di sempre, quella su cui s’era posato l’ultima volta. Come un bacio d’amore, una carezza frugale nel giorno di San Valentino. Nel mezzo, quasi quattro mesi di ombra. E di freddo, anche se l’inverno, da queste parti, quest’anno è stato più clemente del solito.
VICINO AL GRAN PARADISO
Benvenuti a Fornolosa, frazione di Locana, un pugno di case strette attorno al campanile e al bar trattoria Cavallo Bianco, l’unico esercizio commerciale della borgata. Siamo a due passi dal Gran Paradiso e per arrivare fin qui da Torino bisogna attraversare la lunga campagna tagliata in due dalla ex statale 460, disseminata di capannoni, boite, villette. Un paese dietro l’altro, Leinì, Lombardore, Bosconero, Feletto. A Pont Canavese, già a 500 metri di quota, l’ambiente cambia e ti si stagliano di fronte le cime innevate. Salendo ancora raggiungi Sparone e poi Locana, la statale corre quasi parallela al torrente Orco che 15 anni fa, con l’alluvione del 2000, divorò interi pezzi di strada e case. Poi, a Fornolosa, è l’ombra che ti inghiotte, assicurata dalla Punta Balma, il “munt dla Balma” come lo chiamano qui, un’enorme incudine di roccia che incombe sulla frazione. Basta spostarsi 500 metri più in basso o più in alto e il panorama cambia.
A DOMENICA IN
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La prima domanda che ti fai è come sia possibile vivere 4 mesi senza un raggio di sole. Eppure la gente del posto ci ha fatto l’abitudine. Forse non tutti, però. Agata Granato è nata a Sant’Agata di Puglia e la prima volta che salì da queste parti è stato molti anni fa. «Lavoravo per una ditta che faceva i cartelli stradali per i Comuni, molti di quelli che vede qui li ho fatti io». Viveva a Torino, a quel tempo: «E dalla finestra avevo un metro quadrato di cielo». Facile, allora, innamorarsi di Fornolosa. Quando seppe che il sole spariva ad ottobre per tornare soltanto a febbraio ormai era tardi: «Avevo già comprato casa, altrimenti non l’avrei mai presa. E infatti ora faccio la transumanza, come le mucche: dal giorno dei Santi, fino ad Aprile, viviamo nella casa di mio marito, a Pont». Olga Baravetto, 79 anni, è la più anziana della borgata, taglia l’aria con la mano come per mandare a quel paese la signora Agata. E poi sorride: «Sono tutte frottole, qui lei sta bene, fa tanto la difficile ma poi non vede l’ora di tornare». Nell’83 l’intera frazione, quasi 40 persone, furono invitate a Domenica In per raccontare come si vive nella borgata senza sole. «Un grande evento – racconta Antonella Fanvele, titolare del Cavallo Bianco -, ma di quei 40 siamo rimasti in pochi, 4, forse 5». Nel suo ristorante, oggi, 13 coppie festeggeranno San Valentino. Con Antonella ci saranno anche le figlie, Sara e Sonia e saranno il suo aiuto in sala e in cucina. Poi, alle 14 e qualche minuto, nuvole permettendo, correranno tutti alla fontana scrutando in punta al “munt dla Balma”. In attesa del primo bacio del sole.
http://www.lastampa.it/2016/02/14/cronaca/oggi-rivediamo-il-sole-dopo-quattro-mesi-sOwav0FaQ6PwJVYr24O5VL/pagina.html