Climatologia — 14 Ottobre 2015

Piena estate: 30 gradi all’ombra e le previsioni si buttano annunciando con due settimane di anticipo una “prossima” intensa onda di calore, che puntualmente poi si verifica. Pieno inverno, 15 gradi a 1.500 metri di quota e le previsioni che annunciano entro una settimana l’arrivo del freddo (o un più realistico rientro alla normalità), che però come sempre, gioca brutti scherzi e difficilmente arriva come era stato inquadrato all’inizio.  Perchè tutto questo? Si utilizzano due pesi e due misure?

Fondamentalmente si, e questo  proprio a causa della “materia prima”, l’aria. Quella calda è caratterizzata da un fluire prevalentemente laminare che le conferisce una evoluzione regolare, senza troppe sorprese. Le asperità del territorio non la spaventano, dato che solitamente tende a scorrere soprattutto alle quote medio-alte dell’atmosfera. La componente caotica è minima e per questo i modelli numerici ne simulano correttamente la progressione. Ecco che il caldo annunciato quasi sempre arriva con puntualità.

Per l‘aria fredda è tutto il contrario: essendo fisicamente molto densa e pesante, tende a scorrere strisciando quasi incollata al suolo attraverso le asperità del territorio. Risulta anche molto sensibile alle discontinuità di temperatura a piccola scala, che la fanno sobbalzare conferendone un fluire di tipo turbolento e irregolare. La componente caotica che si genera è grande e per questo i calcoli dei modelli numerici non sono sufficienti a simularne esattamente il decorso.

Per di più, le masse d’ aria fredda partono dalle regioni polari, dove le osservazioni meteorologiche sono quasi del tutto assenti. Quelle calde prendono mossa dalle latitudini medie o subtropicali, dove la densità di osservazioni è certamente più capillare, il che immette nel modelli numerici una percentuale di errore iniziale minore.

Ma tra il freddo e l’Italia è sempre un rapporto così difficile? Freddo che arriva oggi e non arriva domani o viceversa, freddo che illude e poi delude, freddo che sembra non arrivare quasi mai. Ma il freddo sull’Italia arriva eccome. Attenzione però a non confondere il freddo invernale (normale) con le ondate di gelo, che per il nostro clima sono considerate fenomeni estremi.

Senza questa consapevolezza l’utente delle previsioni meteo di questo o di quel sito, ad ogni fase meteorologicamente fredda si aspetterà la Siberia in casa, salvo poi constatare la non bontà di questi scenari, con grave perdita di fiducia nelle previsioni stesse. D’altra parte, senza questa consapevolezza, anche i numerosissimi appassionati meteo che, non lo nascondiamo hanno una particolare inclinazione freddofila, rimarranno quasi sempre delusi da un freddo che alla fine magari arriva, ma che non sarà mai abbastanza.

 

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Luca Angelini per Meteoservice.net

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