07-10-2016 – Salve a tutti: l’attuale evoluzione meteorologica a scala europea necessita di qualche ulteriore dettaglio e commento.
Confluenza tra aria artica e atlantica in piena azione nel Mediterraneo; un primo intenso impulso perturbato ha appena abbandonato la penisola ed ecco che un secondo si appresta ad approcciare le regioni del nordovest (fig.1).
fig.1
Nei prossimi giorni, lo schema evolutivo in atto potrebbe ripetersi numerose volte; ovvero, continuo afflusso freddo artico continentale dal bassopiano russo settentrionale, diretto verso il Mediterraneo, dove nel frattempo giungono le perturbazioni atlantiche che “scivolano” sotto la base del possente blocco anticiclonico scandinavo(fig.2)
figf.2
Ecco in fig.2 raffigurato il terzo impulso in arrivo Domenica (il secondo transiterà tra stanotte e domani). Entrambe le perturbazioni saranno più deboli di quella che l’ha preceduta, ma capaci comunque di generare rovesci diffusi, anche questa volta soprattutto al centrosud, in un contesto con temperature generalmente sottomedia, soprattutto al centronord.
Martedì l’evoluzione peggiorerà ulteriormente, grazie alla discesa più diretta del nocciolo freddo ora nell’Europa orientale, che dovrebbe attestarsi nelle regioni settentrionali (fig.3).
fig.3
Tutti i modelli concordano nel prevedere l’arrivo di un nucleo freddo continentale tra martedì 12 e mercoledì 13 nelle regioni settentrionali. In tale contesto, le temperature si abbasseranno ulteriormente con precipitazioni che si spingeranno più a nord questa volta (da definire) e nevicate intorno 1200-1300 m che potrebbero interessare i rilievi alpini e appennino settentrionale.
A tal proposito, la causa di tali reiterate evoluzioni perturbate è sempre da ricercare nella debolezza strutturale del VP, continuamente raggiunto da intrusioni altopreossorie in Artico (fig.4).
fig.4
Potrebbe quindi non essere finita qui in Ottobre e, anzi, colpisce davvero la continua tendenza mostrata dai modelli a una risalita dell’anticiclone delle Azzorre in Atlantico dopo metà mese, complice uno svuotamento dei geopotenziali nel comparto canadese, accompagnata da un vero e proprio displacement del VP verso il lobo siberiano, con genesi di una più o meno massiccia saccatura artica nel Mediterraneo a fine seconda decade (fig.5).
fig.5
Modelli concordi su tale evoluzione; anche quello europeo, stamattina, stupiva per la facilità con cui le masse d’aria artiche riuscivano a spingersi verso le medie latitudini in Europa, proprio grazie alla debolezza intrinseca del VP di questo periodo e alla peculiare collocazione prevista dai modelli nel lungo termine (fig.6).
fig.6
Insomma, Ottobre si manifesta sempre più dinamico e ricco di scambi meridiani con afflussi freddi in area mediterranea, vedremo fino a quando confermeranno i modelli.