Tra noi e loro 40 hectoPascal. Tra l’Italia e l’Inghilterra, circa 1.000 chilometri in linea d’aria, un dislivello di pressione tale sarebbe come pensare di far scivolar l’aria lungo un piano inclinato simile ad una “pista nera”. Fatto sta che, stretta tra la morsa di due potenti anticicloni, una saccatura polare ha dato alla luce un vero e proprio buco di bassa pressione, un vortice che nella giornata di Pasquetta ha dato fondo al suoi miglior repertorio, soprattutto in termini di vento.
Vento forte non basta e non basta neanche burrasca, visto che il vento ha raggiunto forza di tempesta nel sud dell’Inghilterra. 150-160 chilometri orari in zone così densamente popolate non hanno proprio la carezza di una brezzolina di marzo.
Molto ha giocato anche la manovra a compasso che ha portato l’asse della saccatura a pendolare vistosamente imprimendo così una ulteriore componente di forza al vento, già generosamente attivato dal dislivello barico. Vento isallobarico più vento sinottico, insomma una tempesta Katie (nome assegnato naturalmente dall’Università di Berlino).
L’impatto sul territorio è stato devastante: Londra, Manchester, Liverpool, Heathrow, Gatwick sono state centrate in pieno col risultato di alberi abbattuti, edifici danneggiati, cantieri pericolanti, viabilità stradale e marittima ed aerea in crisi. Centinaia di voli cancellati. Il picco del vento è stato però registrato nella celebre isola di Wight: ben 170km/h. Da ritiro a vita della patente….
Luca Angelini per Meteoservice.net