Mai detto popolare sembrerebbe più azzeccato ma, come ben sappiamo, in Meteorologia nulla può essere dato per scontato, ne tanto meno pre-confezionato. Proprio le osservazioni fatte a casa nostra, come quelle che giungono dagli angoli più disparati del Pianeta, vorrebbero portarci nella direzione sbagliata, ovvero a ritenere che acqua tira altra acqua. E invece pare che le coste non stiano esattamente così.
La smentita emerge da un recente e importante studio condotto dall’Istituto inglese Centre for Ecology & Hydrology per mano del dr.Chris Taylor, pubblicato sulla rivista Nature. Le condizioni siccitose che hanno interessato negli ultimi anni diversi Paesi dell’Europa e del nord America hanno suggerito di approfondire l’argomento.
Prendiamo ad esempio la circolazione delle zone tropicali, caratterizzata da una banda temporalesca semi-permanente che ondula attorno all’Equatore sotto la spinta degli Alisei che convergono dai due emisferi. Tutto sembrerebbe confermare la nostra osservazione iniziale, secondo la quale piove sempre sul bagnato o, per meglio dire, i temporali si ripetono soprattutto su suoli umidi e interessati da precedenti temporali.
In realtà la dinamica temporalesca tropicale nascondeva quanto avviene invece nel resto del mondo, ove i temporali di calore estivi a quanto pare si verificano con maggior frequenza sopra suoli aridi. Gli attuali modelli di simulazione climatica, invece, pongono la nascita delle coperture nuvolose temporalesche pomeridiane estive sopra i suoli più umidi mentre i suoli aridi diventerebbero ancora più aridi. Françoise Guichard, co-autrice dello studio, afferma che: “Dobbiamo migliorare i nostri modelli climatici per comprendere meglio le implicazioni del cambiamento climatico a livello regionale sulla terraferma”.
Un nuovo sprone per migliorare le nostre conoscenze nel campo delle scienze atmosferiche, una nuova sfida della Meteorologia del domani che, una volta pulita dagli specchietti delle allodole delle APP e dalle sfide impossibili dei Longers, può comunque vantare ancora reali margini di perfezionamento.
Luca Angelini per Meteoservice.net