Innanzi tutto la nebbia spesso viene prevista su ampia scala. Il classico nebbia o banchi di nebbia vuol dire che in un’ampia zona ci potranno essere nebbie o banchi di nebbia.
A volte accade invece che la nebbia appare per esempio a Montichiari per poi sparire a Brescia e ricomparire ad Ospitaletto e via via. Per quel che riguarda il nostro territorio è chiaro a tutti che la bassa bresciana è la zona più soggetta alla formazione delle nebbie, questo perchè a volte le brezze provenienti dai rilievi non riescono ad influenzare il clima di queste zone. Però a volte la nebbia compare a macchia di leopardo andando a vanificare la previsione precisa.
Per uno che si sveglia a Brescia e vede il sole tutto il giorno, la previsione della nebbia apparirà quindi come completamente errata.
A volte accade invece che la nebbia invece di interesare i primissimi strati di aria a suolo interessa una fascia di altitudine compresa grossomodo fra i 300 e i 600-700metri. Questa è la cosiddetta nebbia alta che vanifica completamente la previsione.
Per capire meglio, la zona in pianura con nebbia al suolo generamente ha cielo sereno sopra i 200metri circa di altitudine e oltre a presentare un’umidità al 100% è soggetta nelle ore fredde a perdere calore e a non prendere calore nelle ore calde.
Ua zona con nebbia a 300m ma assenza di nebbia al suolo presenta un clima mite perche le nuvole sopra non consentono un rapido raffreddamento nelle ore notturne anzi provocano una non perdita di calore verso l’alto(una specie di effetto serra). Quindi inversione termica ma non forte raffreddamento.
Insomma 2 situazioni opposte provocate dalla nebbia.
I modelli non possono farci nulla. L’unica cosa che possono fare e prevedere le condizioni ideali e darci le prossibilità che si formino, ma stabilire ad ora se la nebbia sarà diffusa, locale a banchi o alta al momento è praticamente impossibile.
Altro fenomeno ostico alle previsione è il temporale di calore.
Questo fenomeno non è determinato da uno scontro di masse di aria come può essere per esempio un fronte freddo (aria fredda che incontra aria calda) ma è determinato dalla grande quantità di caldo e umidità presente in una zona.
Quando le condizioni di caldo umido sono estreme accade il meccanismo che l’atmosfera si instabilizza e che generalmente partendo dai rilievi attraverso la convezione orografica, si formino i cosiddetti temporali di calore.
I modelli sono abbastanza bravi a determinare condizioni del genere ma a volte succede che che una piccola variazione di dati, magari un grado più del previsto le convezioni temporalesche partano prima o dopo del previsto.
Capita poi a volte che il temporale di calore si forma fra la sera e la notte questo perchè l’umidità alzandosi nella notte riesce a vincere quel meccanismo presente nell’atmosfera e determinare il passaggio da condizioni stabili ad instabili. In questo caso i modelli a volte svolgono egregiamente il loro compito, mentre altre volte eseguono errori grossolani determinando piogge e precipitazioni forti in condizioni poi serene e viceversa.
Purtroppo c’è anche da dire che il temporale di calore a volte può essere molto pericoloso perchè in grado di scaricare notevoli quantità di acqua in poco tempo, quello che spesso segnaliamo come “piogga monsonica” ossia fenomeno tipico delle zone interessate dai monsoni. A volte riesce anche a produrre grandinate violente.
Poi il temporale di calore mitiga momentaneamente il clima caldo per poi determinare il rovescio della medaglia ossia un nuovo aumento dell’umidità che si traduce in clima opprimente nella giornata seguente.
In questo caso la previsione sbagliata a 24 ore vanifica completamente quella delle 48 ore che verrà poi corretta in seguito.
Prossimamente parleremo di eventi estremi, se si possono prevedere e quanto ci manca per avere una prevenzione seria ed adeguata.
Scritto da: Simone Zanardini