Climatologia — 02 Maggio 2016
Ad oggi alcune certezze ma anche incertezze. Aggiornamento di mercoledì 27 aprile

Il clima dell’estate mediterranea dipende essenzialmente dalle anomalie che saranno presenti alla fine di maggio nelle temperature della acque superficiali degli oceani perché tali anomalie hanno l’abitudine di resistere per mesi e quindi anche per una intera stagione, influenzando in tal modo il clima dei continenti circostanti.

In particolare le anomalie di temperature oceaniche che possono influenzare il clima estivo dell’Italia  quelle del Nord Atlantico; in secondo luogo quelle del Golfo di Guinea, perché queste regolano l’intensità dei piovosi monsoni dell’Africa Nord occidentale e quindi anche la spinta verso Nord da essi provocata della ITCZ (InterTropicalConvergence Zone) e con essa anche dell’adiacente anticiclone Nord africano; infine anche le anomalie di temperatura nelle acque del Pacifico tropicale, dalle quali dipende o meno la presenza del Niño (anomalo surriscaldamento dellacque del Pacifico trilocale) o della Niña (anomalo raffreddamento delle acque le Pacifico tropicali.

Ad oggi non vi è ancora alcuna certezza su eventuali  anomalie in atto o in fieri nelle temperature delle acque superficiali del Nord Atlantico e del Golfo di Guinea e per questo sarà bene attendere la fine di maggio.

Però ad oggi abbiamo la certezza sull’influenza sulla nostra estate da parte di due anomalie in atto:

1. Né Niño ma nemmeno Niña

In questa estate non vi sarà più, per fortuna,  il Niño il quale notoriamente ha un effetto di amplificazione della calura sulla penisola perché favorisce più frequenti intrusioni dell’anticiclone Nord Africano sull’Italia. Ne è una riprova la calura della famigerata estate del 2003 nonché quanto avvenuto già nell’estate 2015 quando, con la presenza dì un Niño “very strong”,  abbiamo dovuto sopportare il luglio più rovente di sempre, anche più del luglio 2003. Però le ultime notizie indicano che il posto del Niño non verrà subito preso dalla Niña, la quale avrebbe ridotto le incursione dell'”africano” verso l’Italia. Infatti contrariamente alle previsioni di un mese fa, sembra che la Niña si paleserà in pieno in autunno. Quindi non potremo benifiacire di minori assalti da parte dell’anticiclone africano, tipici della  presenza della Niña;

2. le influenze del Global Warming

A causa del surriscaldamento del pianeta le statistiche indicano con certezza che negli ultimi 20-30 anni l’estate italiana è divenuta più calda mediamente di +1,1 °C perché la media delle temperature massime sulla penisola è passata dai 28.1 °C del periodo 1980-1997 ai 29.2 °C del periodo 1998-2015.

Ebbene, secondo la “legge statistica normale” o “gaussiana” (alla quale obbedisce anche la temperatura), l’aumento di +1°C nella media delle temperature massime comporta un aumento del 5% nella probabilità di superare in estati in un dato giorno i 33 gradi (i 33 gradi  sono la soglia critica indicata dalla medicina al di sopra della quale i sofferenti di problemi cardiocircolatori e polmonari e anche gli anziani potrebbe andare incontro a serie ripercussioni sulla salute). Un aumento del 5% può significare modesto ma in realtà se tale aumento viene esteso a tutti i 90 giorni dell’estate, allora dovremmo ormai attenderci  mediamente un aumento  delle giornate con temperatura superiore a 33 gradi nella misura di 4-7 giornate.

Come dire o un maggior numero di ondate di caldo o ondate di caldo più lunghe del solito o ondate di caldo brevi ma con massime oltre 35 gradi.

Fonte: www.meteogiuliacci.itestate_wave-849275__180_pixabay_0

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