La fase di tempo perturbato con piogge su gran parte d’Italia, nevicate deboli sulle Alpi e freddo al Nord si concluderà probabilmente il 7 gennaio.
Poi si intravedono per sommi capi tre distinte fasi.
1. Prima fase tra l’8 e l’10 gennaio
Breve comparsa dell’anticiclone nord africano e temperature di nuovo al di sopra della media.
2. seconda fase dall’11 al 15 gennaio
Tornano le piovose perturbazioni atlantiche ma sono a prevalente componente occidentali e quindi alquanto miti tanto che le temperature scendono ma tornano nella norma.
3. fase tra il 16 e il 20 gennaio
Entra probabilmente in scena il vortice polare.
Infatti dalla figura in home page che mostra correnti e temperature del vortice polare stratosferico (VPS) alla quota di 100 hPa (16 km ca) alla data del 13 gennaio – è evidente che il VPS è stato spodestato dalla sua sede verso l’emisfero opposto (“splitting”) per una invasione netta verso il Polo nord (puntino rosso) da parte dell’anticiclone Canadese, il quale, come tutti gli anticicloni “freddi” (generati dal raffreddamento invernale del suolo), è in realtà “caldo” oltre i 4-6 km di atmosfera.
Quindi è presumibile che intorno al 13 gennaio il vortice polare sia stato defenestrato dal polo per effetto del surriscaldamento della stratosfera polare (Stratwarming) da parte dell’anticiclone Canadese.
La figura 5 mostra che l’azione di strawarming è ancora in atto come mostra la forte avvezione calda ancora presente il giorno 13 gennaio dal Canada verso il polo (freccia rossa) e che quindi lo splitting del VPS verso l’area europea è da prevedere ancora in intensificazione nei giorni immediatamente successivi al 13 gennaio.
L’asse di saccatura di VPS proteso dalla Scandinavia verso le Isole Britanniche, potrebbe raggiungere Il Nordovest europeo già intorno al 15 gennaio per poi portarsi a ridosso dell’ Alpi notaro al 17-19 gennaio.
Se fosse così saremmo di fronte al seconda assalto dell’inverno alla nostra penisola, i cui sviluppi però non possono essere descritti oggi perché, data il lungo intervallo.