Editoriali — 25 Gennaio 2015

La decisione nel tavolo tecnico in Prefettura. Servono altri interventi sulla discarica Metalli Capra

Il bunker in cemento armato all’interno delle Acciaierie Venete di Sarezzo – dove seppellire 267 tonnellate di scorie radioattive – si farà. L’azienda dovrà approntare qualche piccola modifica al progetto esecutivo ma i lavori potranno iniziare già a marzo.

Leggi anche: Un sarcofago di scorie radioattive anche per Sarezzo?

La decisione è stata presa ieri nella commissione tecnica per il rischio radioattivo della Prefettura, tavolo istituzionale istituito nell’agosto 2011 dopo l’incidente all’Alfa Acciai. Sono state indicate piccole prescrizioni da parte dell’Asl e della direzione provinciale del lavoro – fanno sapere dalla Prefettura – ma l’osservazione principale «è stata avanzata dal Comune, che vorrebbe una struttura dal minor impatto visivo» aggiunge la direttrice dell’Arpa Maria Luisa Pastore. Un ultimo incontro si terrà nella riunione di febbraio, che dovrebbe dare il via libera definitivo ai lavori. Il bunker custodirà le scorie per anni, fino a che non sarà pronto il sito unico per i rifiuti radioattivi, per il quale l’Ispra ha ad oggi solo individuato le aree potenziali.

L’allarme radioattività a Sarezzo scoppiò il 17 ottobre 2007, quando nell’acciaieria si fuse rottame contaminato da cesio 137 proveniente dall’Est Europa e una azienda della Bergamasca,specializzata in smaltimento scorie, rispedì al mittente il carico di polveri velenose; che furono stoccate in container all’interno dell’azienda.

Caso simile a quello accaduto alla Rivadossi di Lumezzane, che nell’ottobre 2008 si vide rispedire dalla Germania i tir contenenti 150 tonnellate di polveri. La Prefettura diede l’ok alla realizzazione di un bunker interno all’azienda (finito nel marzo 2013); decisione che suscitò le critiche dell’ex procuratore di Brescia Nicola Pace, che alla commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti aveva ricordato che l’unico sito adatto allo smaltimento di scorie radioattive era quello della Nucleco di Roma.

Se i depositi di scorie a bassa radioattività in provincia sono 14 (laddove si è fuso in passato una sorgente) i siti maggiori sono l’ex discarica abusiva Piccinelli a Buffalora (2mila metri cubi) e la discarica Metalli Capra sul Monte Netto (decine di migliaia di metri cubi di scorie) a Capriano del Colle, la più pericolosa in assoluto. L’acqua di percolamento (che viene rimossa mensilmente con autobotti) presenta tassi di radioattività inferiori ai 0,2 bequerel. Servirebbero però altri interventi di messa in sicurezza nella parte più a valle.

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