Editoriali — 01 Gennaio 2016
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 Le sfavorevoli condizioni meteo degli ultimi 2 mesi (alta pressione, assenza di piogge, assenza di vento)  hanno portato alla ribalta il problema dell’inquinamento da polveri sulle metropoli del Centronord dell’Italia.

Le particelle di polveri con diametro superiore a 10 micron vengono bloccate nelle prime vie respiratorie ed espulse con colpi di tosse o starnuti. Le polveri più piccole – le famigerate PM10 – sono invece decisamente più insidiose. Quelle tra i 5 e i 10 micron si fermano tra la laringe, le corde vocali e il primo tratto della trachea, con irritazioni alla gola. Ma quelle tra 2 e 5 micron riescono a raggiungere i bronchi, provocando irritazioni a seguito dei microscopici graffi sulle delicate mucose.

Ma le più temibili sono quelle di diametro inferiore a 2 micron perché raggiungono direttamente gli alveoli polmonari e si comportano come un tappo che impedisce il passaggio dell’ossigeno nel sangue. Risultato: chi ha l’enfisema respira peggio e chi ha problemi cardiaci può andare incontro a una crisi. Per di più passano nel sangue anche le sostanze tossiche contenute nelle polveri sottili. Le più pericolose sono quelle costituite da metalli pesanti come Piombo, Cadmio, Berillio e Nichel, elementi responsabili dell’aumento dei tumori, specie quelli polmonari.

Secondo un’indagine dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) su 8 città italiane, nel nostro paese ogni anno le PM10 uccidono circa 3500 persone sopra i 30 anni, scatenano attacchi d’asma in 29.000 bambini e bronchiti acute in 31.500 ragazzi sotto i 15 anni.

Fonte: Meteogiuliacci.it

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