Tratto dal quotidiano La Stampa
Panico e fughe in strada per scosse di terremoto (Dal nostro corrispondente) Alessandri», 6 maggio. (f. m.) Violente scosse dj terremoto questa sera poco prima delle 21: sono state avvertite in Alessandria e in tutta la provincia. In alcuni cornimi del Monferrato, sulla fascia collinare, la scossa è stata avvertita in modo più sensibile, provocando maggior panico. Ovunque molte spavento, ma’ non ci sono segnalazioni di danni. A Valenza Po il terremoto ha provocato un falso allarme. Si è temuto che banditi avessero cercato di entrare nella mostra permanente di gioielleria, dove è raccolta, per essere visitata da clienti stranieri, la più prestigiosa produzione dell’oreficeria valenzana.. L’edificio è in ima villetta tra le vie don Minzoni e Mazzini. La gente, spaventata dal terremoto, e ra scesa in strada nella zona per rendersi conto di quanto era accaduto, quando sono sopraggiunte a sirene spiegate le gazzelle dei carabinieri, dalle quali sono scesi i mi litari armi in , pugno. La scossa tellurica aveva fatto saltare i segnali d’allarme della mostra permaaente di oreficeria. Di qui n timore che i locali fossero stati visitati dai banditi e l’intervento dei carabinieri. L’equivoco -è stato por spiegato. Come a Valenza, anche negli altri centri della provincia e ad Alessandria sono stati moltissimi coloro che sono scesi in strada dopo il terre moto oppure hanno telefonato ai vigili del fuòco, ai carabinieri, alla questura, per avere notizie. In alarne abitazioni si sono fermati gli orologi a muro, mentre tremavano lampadari, vetri, infissi. ‘ Casale, 6 maggio. (m.v.j Una scossa di terremoto è stata avvertita distintamente alle 21,03, soprattutto dagli inquilini dei “piani superiori dei vari edifici. Molte persone, in preda a panico, si sono affrettate a scendere nelle strade commentando il fatto. Nelle case si sono visti distintamente «ballare» i lampadari e alcuni hanno udito scricchiolare i telai delle finestre. Novi Ligure, 6 maggio. • tg.c.i Anche a Novi Ligure, pochi minuti dopo le 21, è stato’avvertito il-terremoto, durato ima quarantina di secondi. Secondo la stazione meteorologica, il sisma è stato di natura sussultoria. La scossa è stata particolarmente percepita ai piani alti delle abitazioni, dove, oltre all’oscillazione dei lampadari, si sono verificate cadute di oggetti. Asti. 6 maggio. (v.m.) Ad Asti la scossa tellurica è stata avvertita alle 21.04. Alcuni secondi dopo si è registrata un’altra scossa più leggera. Le due scosse sono stale di origine « sussultoria ». Ih diversi palazzi della zona nord gli abitanti in preda al panico si sono riversati sulle strade. Negli alloggi di via Conte Verde e in quelli di via Manzone i mobili si sono spostati di qualche centimetro. Sono caduti a terra alcuni sopramobili. In una abitazione di via Nogaro è caduto a terra un lampadario staccatosi dal soffitto e per poco non investiva due persone. I condomini del cosidetto « grattacielo » di corso Dante hanno vissuto attimi di terrore. « E’ stata la scossa più violenta che mi ricordo negli ultimi vent’anni» ha detto un inquilino del, « grattacielo». Piero Saletta il quale si è allontanato dallo stabile con i figli per precauzione. Anche in altri palazzi .della zona « alta » c’è stato un certo allarme. Anche in tutta la zona dell’alto Monferrato sono state registrate le due scosse. Moncalvo, 6 maggio. fm.a.) La terra ha tremato anche a Moncalvo. Alcune sensibili scosse sismiche so¬ no state avvertite in molti centri del basso Monferrato, poco dopo le 21. A Moncalvo le scosse non hanno avuto’ intensità rilevante, tuttavia sono state avvertite ugualmente dai cittadini che! hanno assistito ammutoliti al- j l’oscillare del lampadari e allo scricchiolare dei mobili. Dai tetti diverse tegole sono cadute in strada rischiando di colpire i passanti. Qualcuno ha avvisato i vigili del fuoco. Dopo il primo momento di stupore, i moncalvesi soho usciti per strada impauriti a commentare l’accaduto. Dalle prime notine pare che i movimenti sismici si siano rivelati più intensi nelle località pianeggianti. Essi sono stati avvertiti anche nel punto più alto della zona, il monte di Crea (605 metri) e in tutte le località situate tra Asti e Casale A tarda notte la gente si aggirava ancora intimorita per le strade a commentare il sismo. Cuneo, 6 maggio. ■fn.m.) Terremoto anche a Cuneo, questa sera alle 21,04, in forma leggera ma riscontrabile in quasi tutte le case, del concèntrico. Si è trattato j d’una scossa a carattere on- j dulatorio della durata di 5-6 j secondi, che è stata avvertita j soprattutto ai piani alti dei | condomini. i Le sedie e i mobili si sono ! mossi e i lampadari hanno o- j sciiiato a lungo anche parec- j chi minuti dopo l’inizio del fenomeno. Molti cittadini ; hanno telefonato ai vigili dei ‘ fuoco e ai carabinieri per avere notizie. Non si segnalano comunque danni. Bra, 6 maggio. <g. n.i Grande spavento in un quartiere di Bra per le scosse telluriche di stasera. Quasi inavvertito nel resto della città, il terremoto ha danneggiato un palazzo di via Crimea.
Persone citate: Alessandri, Crea, Mazzini, Minzoni, Panico, Piero Saletta
Il sisma in Liguria paura: niente danni La gente è scesa nelle vie Il sisma in Liguria paura: niente danni Sampierdarena: cadono vasi di fiori (Dal nostro corrispondente) Genova, 6 maggio, (p. 1.) A Genova il terremoto è stato avvertito con particolare intensità. Nessun danno. In alcune abitazioni di Sampierdarena sono ca- ! duti vasi (il fiori dai balconi. | Chiavari. 6 maggio, (p. r.) Una scossa tellurica è stata registrata verso le ore 21 dall’osservatorio sismico meteorologico di Chiavari diretto dal professor don Leonardini. La scossa è ondulatoria con una discreta componente sussultoria paragonabile al terzo grado della scala Mercalli. L’epicentro è a circa 300 chilometri. La durata è stata di circa 10 secondi. E* questa la seconda scossa registrata in meno di due giorni dall’osservatorio di Chiavari. La prima infatti fu registrata ieri mattina alle 7,10. con direzione Riviera di Ponente. Savona. 6 maggio, (n. s.) Ina leggera scossa di terremoto è stata avvertita questa sera, intorno alle IlJ5. a Savona, Vado. Alblssola e in altri centri della Riviera. Secondo gU esperti. U sisma sarebbe stato del secondo-terzo grado della sca- la Me-calli. Ai vigili del fuoco sono giunte numerose chiamate per informazioni ma nessuna per Interventi.
Ad Imperia, poco dopo le 21. sono state avvertite due scosse telluriche. In regione Santa Lucia, la gente abitante ai piani superiori degli edifici ha abbandonato, allarmata, temporaneamente, le case. Finora non è stato segnalato alcun danno. L’osservatorio di Imperia ha comunicato che si è trattato di due scosse del quarto-quinto grado della scala Mercalli.
i mezzi di soccorso più ricercati sono gli elicotteri. Ce ne sono al lavoro 15 dell’aeronautica militare, sei inviati dal comando americano di Verona, con un plotone sanitario. Gli elicotteri Usa fanno anche la spola dalle basi di rifornimento alle zone colpite per trasportare acqua. Per l’acqua, nella nott. sono arrivate in Friuli 15 autobotti dei vigili del fuoco dalle regioni vicine. Persino da Roma e da Foggia sono partite due enormi autocisterne da 25.000 litri. I piloti civili aderenti al sindacato autonomo Anpac, in agitazione in questo periodo, hanno deciso di sospendere gli scioperi per prodigarsi in aiuto dei terremotati. I piloti affiliati sono stati invitati ad operare « qualsivoglia collegamento ». Tutti i piloti sono a disposizione Le manifestazioni di solidarietà anche di organizzazioni civili e di singoli si moltiplicano di ora in ora. Ventotto medici nigeriani, che seguivano un seminario di studi a Padova, hanno chiesto di poter prestare la loro opera di soccorso in Friuli. Sono già sul posto. Medici sono cercati in tutta Italia. Gli ispettorati regionali alla Sanità stanno reclutando chirurghi da inviare in aereo ‘n Friuli. Tutti i militari di leva, nelle caserme, stanno donando sangue per le vittime del terremoto. La Cri invita i cittadini a donare il sangue. L’istituto Rizzoli di ‘Milano ha invialo una squadra di medici specializzati in ortopedia. Sono, infatti, questi i medici più ricercati. Attestazioni di solidarietà stanno giungendo da ogni parte. Il papa Paolo VI ha inviato un telegramma. Come anche i presidenti delle Camere Pertini e Spagnolli. Il-segretario del pei, Berlinguer, ha invitato i comunisti veneti a collaborare generosamente nelle opere di soccorso L’Ufficio stampa del ministero degli Interni ha intanto comunicato che coloro che desiderano notizie su familiari abitanti nelle zone terremotate possono telefonare a Roma ai seguenti numeri: 478.862, oppure 46.67 (interni 218 e 58.69). Il prefisso teleselettivo di Roma è « 06 ». » Roma, 7 maggio. Situazione: la circolazione di aria’ umida che interessa le regioni meridionali è in lenta attenuazione. Tempo previsto: una perturbazione di debole intensità attualmente su mar di Sardegna si sposta verso est e Interesserà le regioni meridionali e la Sicilia con possibilità di brevi piogge. Nel corso della giornata tendenza a miglioramento. Sulla Sardegna nuvolosità estesa con qualche pioggia e temporale. Il Paese si è mobilitato per soccorrere il Friuli devastato dal terremoto. Tra ieri sera e questa mattina sono confluiti nelle zone disastrate tutti gli uomini disponibili dei corpi militari e paramilitari del Veneto e delle regioni limitrofe. Millecinquecento vigili del fuoco sono impegnati in prima linea (200 dei quali della protezione civile), nelle pericolose operazioni di sgombero delle ‘ macerie. Poi ci sono 5000 militari del Quinto corpo d’Armata, di stanza a Vittorio Veneto. I carabinieri presenti sono 3000, tutti gli effettivi dei comandi di stazione della provincia di Pordenone. Nel corso della notte il Genio miliari e i carabinieri hanno attivato una pista militare’ a sud di Padova, per far atterrare gli aerei dei soccorsi che arrivano anche dall’estero e per far decollare gli aerei con i feriti da trasportare nei vari ospedali italiani. Le comunicazioni telefoniche di servizio sono assicurate da radiomobili dei carabinieri. La rassegna dei mezzi e degli uomini impegnati nelle operazioni di soccorso fa capire come il terremoto abbia distrutto tutto, dagli ospedali, alle linee telefoniche, agli acquedotti, alle strade, alle ferrovie. Ieri notte, quando, c’è stata la seconda scossa, il treno che proveniva da Vienna ha corso il rischio di deragliare, e una delle vetture di coda è effettivamente uscita dai binari. Anche le comunicazioni stradali con l’Austria sono difficoltose. Al confine, le guardie di finanza non fanno entrare in Italia gli autotreni, per non ingolfare di traffico le strade che debbono essere invece lasciate sgombre per i mezzi di soccorso. II ministro dei Lavori pubblici ha stanziato un miliardo per i lavori di ricostruzione più urgente, comprese le vie di comunicazione. E già sul posto il presidente del consiglio superiore dei Lavori pubblici Travaglini. L’Aci è al lavoro in collaborazione con la polizia stradale per regolare il traffico. Essendo difficili le comunicazioni strada¬ Temperatura: senza apprezzabili variazioni.
StampaSera 07/05/1976 – numero 103 pagina 2
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La terra si apriva, piovevano macerie
La terra si apriva, piovevano macerie La terra si apriva, piovevano macerie Nei paesi sconvolti dal disastro (Segue dalla 1» pagina) na, stessa scena: gente aspetta spaventata, con i volti tirati. Chi osa rientrare in casa, sta costantemente ai vetri e spia intorno per paura che tutto si \ -.ripeta. Appena fuori Udine, sulla strada di Tolmezzo, lo spet- tacolo si fa di chilometro in chilometro sempre più impressionante: a Bueriis le prime case crollate, accartocciate su resti dì pareti, e di auto, di mobili. Crepe ovunque. Una birreria e un bar giacciono sotto il tetto, accasciati a terra. A Magnano di Riviera le case sono sventrate. A Gemono (28 chilometri da Udine) lo spettacolo più impressionante: il paese, dopo i casolari di campagna intatti, è ridotto ad un cumulo di macerie. Non ci sono pianti, né grida. Solo un silenzio pietrificante che sovrasta un’area rossa di mattoni, bianca, di calce: irrespirabile. In mezzo a questo scenario’ irreale, accanto ai militari che si prodigano nei soccorsi, vagano fantasmi coperti di plaid, con le facce’ terrorizzate e stupefatte. Tutti hanno perSo qualcuno: si dice che sia sparita una media di due persone per famiglia. Ma non dicono mai: forse sono morti. Oppure: sono dispersi. Dicono: sono altrove, non li abbiamo trovati ancora, il paese è bloccato. All improvviso si alza un grido in mezzo alle macerie: in una casa distrutta, sotto cui dovrebbero èsserci undici persone, hanno trovato due bambini. Il più grande, Raffaele, 5 anni, è nel suo lettino, schiacciato da un masso: accanto dorme la sorella Laura. Non un calcinaccio sembra averla sfiorata. C’è una donna che si dispera: Luisa Dalla Marina, 55 anni: « Li abitava mia figlia. Aveva 23 anni, una maestra d’asilo. Si era sposata da quattro mesi, è 11, con suo marito: sepolti. Li avevo salutati un momento prima delle nove. Hanno abbassato le saracinesche. Subito dopo, il rumore: ho visto la casa crollare. Neanche un urlo. Non devono neppure essersi resi conto di quel che gli è successo », E intanto guarda i mi’!.ari che scavano febbrilmente, li aiuta con le mani graffiate: non una lacrima. Poco più in là. mentre cammino sulla strada principale, disseminata di massi, una donna mi ferma urlando spiritata: «Non vada, non vada: crolla tuttu, crolla tutto. E’ finita per noi, per il .nostro paese: non ci salveremo più ». Intanto arrivano notizie allarmanti: dall’altra parte del paese, uno stabilimento tessile è crollato sul centinaio di operai che stavano facendo il turno di notte. I macchinari funzionavano, c’era rumore, ma la gente s’è accorta in tempo del terremoto. Si sono gettati tutti nella campagna, sulla ferrovia vicina. Ma tre non sono arrivati in tempo: le macerie li hanno sepolti. Anche le caserme di Gemono sono andate in polvere: si racconta di decine di morti. « Abbiamo visto portar via un camion — dice Maria Calderini. 50 anni — pieno di cadaveri ». C’è chi smentisce: soltanto qualche ferito. Sulla strada principale un uomo chiama disperatamente « Teresa, Teresa ». E’ la sua ultima figlia, di 13 anni. « Le ha viste? Mi dica se le ha viste! ». — « Ma chi, cosa? ». « Le mie due figlie, Annamaria e Teresa. Poi mia moglie, Elvira: erano qui un momento-prima del terremoto. Non le trovo più». Anche il castello è crollato: si ergeva sulla punta del colle, adesso è soltanto uno spuntone. Si cerca il custode, pare non Vabbiano più visto. L’ospedale è ancora in piedi, ma le crepe enormi hanno consigliato lo sfollamento immediato. Decine di malati stanno ancora aspettando nel cortile. Gli altri sono già stati portati a Udine. « Ci vorranno settimane per scavare nelle macerie e vedere se restano cadaveri» dice un’injermiera che scende a valle. E poi: «Ci sono stati incendi ovunque, subito domati. Il più grande era in caserma: sono scoppiate le munizioni». Ci allontaniamo: un boato ci fa sussultare. Una casa è crollata in questo momento, proprio dietro di noi.
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Per il terremoto allarme in città
Per il terremoto allarme in città Più scosse ieri alle 21 Per il terremoto allarme in città I lampadari hanno ondeggiato a lungo – Alla Barriera di Nizza la gente è perfino scappata in strada Più scosse di terremoto sono state avvertite ieri a Torino, poco dopo le 21. Nessun danno a cose e persone, ma preoccupazione fra migliala di cittadini e in qualche caso panico. In Barriera di Nizza e in altre zone della città, numerose persone sono scese in strada, commentando fra lo spaventato e lo stupito 11 fenomeno. Lampadari si son messi a oscillare nelle case del centro e della periferia (in particolare nella zona di Mirafiori), mobili hanno sobbalzato, campanelli a carillon hanno echegglato senza che nessuno premesse il pulsante alla porta di casa. Il fenomeno tellurico si è esaurito nell’arco di sei-sette minuti. Quanto è bastato per impensierire moltissima gente. Il centralino de «La Stampa» è stato tempestato di telefonate, quello dei vigili del fuoco si è ingolfato: «Avremo ricevuto duecento chiamate, una dopo l’altra — dicono 1 pompieri — di gente che voleva rassicurazioni da noi. Hanno telefonato da ogni quartiere della città, dappertutto il terremoto è stato avvertito distintamente, dove con maggior chiarezza, dove in maniera meno percettìbile». A parte le persone impaurite (si sono udite grida di donne e bambini, ci sono stati genitori che hanno accompagnato precipitosamente i figli all’aperto) decine di migliaia di torinesi si sono affacciati alle finestre e sul terrazzini. Per qualche tempo, dopo le 21, si è assistito a dialoghi a distanza, fra condominio e condominio, a commenti scambiati ad alta voce tra abitanti di appartamenti attigui o dirimpettai, com’è nelle abitudini dei veneziani o dei napoletani. Anche l’azienda telefonica ha avuto un sovraccarico: chi ha parenti o amici fuori Torino, in Piemonte o in altre regioni, ha cerca- to di mettersi in comunicazione con loro, per sapere se avessero avvertito il terremoto. Hanno avuto risposte affermative: in quasi tutta l’Italia Settentrionale le scosse si erano susseguite per qualche secondo o per qualche minuto intorno alle 21.
Pauroso terremoto nel Nord Italia Paesi sconvolti con morti in Friuli di Franco Giliberto
Pauroso terremoto nel Nord Italia Paesi sconvolti con morti in Friuli Tre fortissime scosse ieri sera poco dopo le 21 Pauroso terremoto nel Nord Italia Paesi sconvolti con morti in Friuli Il sismo con movimento sussultorio e ondulatorio (6° grado) avrebbe l’epicentro italiano in Carnia nella zona Tolmezzo-Moggio Udinese – I crolli più gravi sarebbero avvenuti a Osoppo, Gemona, Buia, Maiano – Disperato appello da Buia a Trieste: “Ci sono moltissimi morti, mandate aiuti” – Terrore in tutte le città del Settentrione: Trieste, Udine, Venezia, Milano, Torino e Bologna – Le scosse avvertite sino a Napoli Ieri poco dopo le 21 un disastroso terremoto ha scosso l’Italia, soprattutto il Settentrione. Ci sono stati del morti, un carabiniere presso Moggio Udinese e altre persone nel raggio di pochi chilometri fra 1 centri di Tolmezzo, Gemona, Buia, Maiano, Rivoli di Osoppo, Manzano, in territorio friulano, alle porte e nel cuore della Carnia, zona sismica. Sono saltate le comunicazioni telefoniche, a tarda sera il quadro della tragedia aveva ancora contorni imprecisi e perciò più angoscianti. Alle 22 si è riusciti a parlare con i carabinieri della stazione di Buia. Alla domanda se ci fossero dei morti, il centralinista ha risposto testualmente con voce disperata: « Moltissimi, moltissimi» e ha aggiunto: « Non pensate a scrivere articoli ora, mandateci soccorsi ». Soprattutto il Friuli è stato colpito duramente da tre scosse sismiche, di tipo ondulatorio e sussultorio, durate circa un minuto. Il sismografo di Pavia le ha re¬ gistrate tra il quinto e il sesto grado della scala Percalli. Bologna, Torino, Firenze, Venezia, Trieste, Milano, Genova: da tutte queste città le notizie sui danni del terremoto non sono allarmanti anche se il panico, i piccoli crolli di cornicioni e camini, i sobbalzi di mobili, qualche crepa negli edifici (soprattutto a Trieste, a Ve- nezia e a Bolzano) hanno impensierito o terrorizzato centinaia di migliaia di persone. Vittorino Meloni, direttore del « Messaggero Veneto » di Udine, quotidiano del FriuliVenezia Giulia, raggiunto per telefono alle 22,10 ha dato una testimonianza diretta, a caldo, di quanto era da poco accaduto: « Voglio sperare che la reazione del centralinista dei carabinieri di Buia abbia avuto origine nello spavento per il boato e i guasti alle cose provocati dal terremoto in quella zona (a una cinquantina di chilometri da Udine, n.d.r.). Mi auguro che la paura gli abbia fatto dilatare gli avvenimenti. Io ho tutti i cronisti fuori, sguinzagliati sulla strada della Carnia. Aspetto che telefonino o rientrino per avere notizie precise. Ma anche qui a Udine c’è da registrare ciò che è capitato. Pare che all’ospedale sia mancata la luce, ci sono state scene di terrore, gente che magari non avrebbe subito danni dal terremoto. ma che se li è procurati per le corse pazze verso la strada, in preda a incontenibile paura. Sono crollati cornicioni e camini. Di certo fino a questo momento ho la notizia della morte di un carabiniere, ma non qui in città, me l’ha comunicata il comandante della Legione». «Il grosso timore è che nel territorio alle porte della Carnia e nella stessa Carnia ci siano delle vittime, sepolte da capannoni industriali e vecchie case crollati. Ci hanno avvertito che anche nello Spllimberghese ci sarebbero abitazioni distrutte. Guasti molto minori pare, nella Bassa Friulana, a Cervignano, Grado, Latisana e dintorni. E anche a Trieste, per fortuna, molta paura, scene di panico, qualche piccolo crollo di grondaie e tegole, ma nessuna vittima. Invece sto aspettando conferma di una notizia che ancora non è possibile accertare nella sua gravità: un treno sarebbe deragliato nella zona di Tarcento. Ma questo è un episodio da po- co, ingigantito dallo scombussolamento psichico collettivo o c’è qualcosa di serio? ». A mezzanotte, notizie ancora confuse. L’interruzione di molte linee telefoniche, il sovraccarico per le chiamate che s’intrecciavano da tutte le città d’Italia fra parenti e amici che a vicenda si scambi vano notizie sul terremoto per ricevere rassicurazioni reciproche, ha reso molto difficili 1 contatti con la zana del Friuli più colpita. Si è andata delincando una certezza: le scosse sismiche hanno tragicamente interessato soprattutto alcune province friulane, quelle di Pordenone e di Udine. A Pordenone, paurosi sobbalzi durati dieci secondi poco dopo le 21 sono stati sufficienti a far crollare alcune vecchie case. Intorno all’una di notte.carabinieri e vigili del fuoco stavano ancora rimuovendo le macerie, per accertarsi se vi fossero vittime. Ma nei luoghi più colpiti dal disastro è difficile fare rilievi e accertamenti immediati anche a chi si trova sul posto. La paura in Friuli era cominciata alle 20,54. A quell’ora una lieve scossa aveva cominciato a impensierire poche persone. Ma pochi minuti dopo, una scossa violenta durata cinquantacinque secondi ha sconvolto gli abitanti di Buia, Flagogna, Forgarìa e Maiano. I soccorritori da Buia, verso l’una di notte, hanno detto via radio che oltre alle case crollate ci sono strade e piccoli ponti danneggiati « e alcuni morti ». L’epicentro del terremoto sarebbe stato localizzato nel paesetto di Buje, in Istria. Mentre la fascia costiera del Friuli-Venezia Giulia ha avuto ripercussioni sismiche limitate, un’accentuazione parallela alla scossa Jugoslava è avvenuta nella citata zona di Buia, con sussulti via via di minore intensità verso San Daniele del Friuli e il Pordenonese.
Persone citate: Buje, Grado, Maiano, Manzano, Vittorino Meloni
LaStampa 07/05/1976 – numero 106 pagina 1
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