Il pozzo Trecate 24 che lunedì pomeriggio aveva iniziato a “sputare petrolio”, così dicono gli abitanti delle zone vicine all’insediamento Agip, ha finito la sua erogazione incontrollata mercoledì alle 4.30, proprio mentre cessava la pioggia che in questi giorni aveva contribuito a evitare il disperdersi dei fumi e della nebulizzazione su una più vasta superficie di territorio.
Non è stato ancora possibile accertare con precisione quanto greggio sia fuoriuscito e soprattutto quale sarà l’impatto ambientale.
Ora il pozzo non ha più la sua nuvola di fumo, ma l’emergenza resta, almeno per 48 ore.
Un “connubbio” (così è stato definito dal responsabile Agip Rosario D’agata) tra natura e uomo ha messo fine alla fuoriuscita di petrolio e di gas.
Passando per Trecate forse la zona più colpita, ma si parla di un raggio d’azione dei gas di circa
10 – 15 chilometri, si possono vedere i segni del dramma.
Mercoledì mattina non pioveva più, ma le auto parcheggiate erano tutte di un solo colore, marrone.
Moltissimi residenti stavano cercando di eliminare la patina di petrolio e oli vari che ricopriva la soglia delle loro case.
Una lotta impari con le canne dell’acqua.
Negli ambienti Agip trapela un certo ottimismo, ma con riserva.
A mezzogiorno, in prefettura, una conferenza stampa con il prefetto Alberto Ruffo, il sottosegretario al dipartimento della Protezione Civile presso la presidenza del consiglio, Vito Riggio, il presidente della Regione Gian Paolo Brizio, l’assessore all’Ambiente Giuseppe Fulcheri, l’assessore alla Protezione civile Ugo Cavallera e la presidente del consiglio regionale Carla Spagnuolo, fa il punto della situazione dopo 37 ore e mezza di panico.
Secondo Riggio: “Si è trattato di un evento molto grave che è stato fronteggiato con perizia dal Prefetto di Novara.
Subito si è allertata la Protezione Civile che ha seguito il fenomeno dall’inizio in perfetta sintonia con i responsabili dell’impianto.
Ora – ha ribadito il sottosegretario – siamo ancora in condizione di allerta per 48 ore, il tempo necessario ai tecnici dell’Agip per mettere in sicurezza il pozzo.
In Italia esistono 718 impianti a rischio e dovremo valutare serenamente il problema della prevenzione e della sicurezza delle aree di questi insediamenti che dovrebbero passare di competenza regionale.
Tuttora sono in corsi i lavori di “soffocamento” del pozzo e poi affrotneremo il discorso della bonifica dei territori colpiti, ma l’Agip ha già fatto sapere che risarcirà tutti i danni.
Poco prima si era svolto un sopralluogo al pozzo della seconda commissione ambiente della Regione. “I nostri tecnici – ha detto il presidente della Regione Brizio – sono giunti a Trecate lunedì sera.
Sembra che le cose stiano andando per il verso giusto, ma l’emergenza rimane.
In questo momento quello che interessa è uscire dallo stato di allerta, ma il Piemonte deve rivedere a fondo la questione degli insediamenti di questi impianti a rischio.
Se, e sottolineo se, devono avvenire, vengano allora garantiti la sicurezza, la salute e l’ambiente.
La Regione si farà carico di approfondire l’argomento con l’Agip Stessa”.
L’assessore Cavallera ha posto l’accento sul fatto che “occorre una svolta.
Sono da perfezionare sicuramente la legislazione in materia e, non ultimi, i piani integrati in caso di calamità.
Sarà questo il nostro terreno di lavoro”.
L’Agip, che sta collaborando con le associazioni ambientalistiche per valutare e creare una vera e propria mappa dei danni, istituirà presso i municipi dei comuni colpiti dalla fuoriuscita di greggio appositi uffici per facilitare i rimborsi dei danni.
SANDRO DEVECCHI