INQUINAMENTO: “INTERVENIRE SUBITO DOVE E’ POSSIBILE FARLO
MANCANO I PIANI DI EMERGENZA
TRECATE – Il camper della Legambiente è arrivato a Trecate, sul luogo dell’incidente nel tardo pomeriggio di martedì.
A trenta metri dal pozzo 24, i tecnici hanno fatto i prelievi del caso.
Vogliono verificare il grado e il tipo d’inquinamento di aria, acqua e suolo.
“Il petrolio che fuoriesce da quel pozzo – ha dichiarato il segretario regionale della legambiente Attilio Tornavaca, presente, martedì sera, all’incontro pubblico a cui hanno partecipato rappresentanti di varie associazioni ambientaliste e sostenitori del polo progressista – è di tipo leggero.
Che cosa significa?
Che il prodotto ha una minore concentrazione di idrocarburi aromatici, i più pericolosi per la salute, quelli, in pratica, che sono causa certa di tumori.
Questo è certamente un dato positivo, anche se in questi due giorni la continua caduta di petrolio ha certamente prodotto un’elevata concentrazione di idrocarburi.
Proprio per questo motivo vogliamo conoscere, al più presto, i risultati delle analisi che i nostri tecnici stanno effettuando.
Quello che, oggi, mi preoccupa è la mancanza quasi totale di interventi di bonifica o di tamponamento al grave inquinamento ambientale tuttora in atto.
Per i pozzi di acqua potabile, il problema dell’inquinamento non sarà immediato, ma, immancabilmente, si presenterà in un futuro prossimo.
Ecco perchè diventano fondamentali interventi di bonifica mirati e immediati.
Evitare che il petrolio arrivi in profondità sarà difficile, non perchè il prodotto abbia grandi capacità di penetrazione, anzi, ma piuttosto perchè, in tutto il territorio, sono state compiute migliaia di trivellazioni di ricerca a elevata profondità.
Attraverso questi buchi il petrolio finirà, direttamente, nelle falde acquifere più profonde”.
Quali interventi suggerisce Tornavaca?
“Innanzitutto tentare di risolvere i problemi che è possibile, subito affrontare.
Parlamo del depuratore di Cerano, ad esempio.
Attualmente, mi è stato detto, le acque nere di Cerano e Trecate vanno direttamente nel ticino.
L’impianto non può infatti trattare queste acque perchè il contenuto di petrolio, in un litro è passato da 1,6 grammi a 4.
perchè non prevedere l’utilizzo di autobotti che prelevino a Cerano e smaltiscano in altri depuratori?
Parte dell’inquinamento potrebbe essere così, fermato”.
Carla Cavagna, rappresentante novarese dei verdi, solleva, invece, il problema delle aree a rischio e di come l’emergenza venga affrontata.
“Trecate e Cerano sono sprovvisti dei piani di emergenza che la legge Seveso dell’89 prevede per le aree a rischio.
Gli amministratori dei due paesi sono stati sollecitati più volte, e da tempo, dalle minoranze, ma hanno sempre disatteso la legge.
Che cosa sarebbe successo se l’incidente di lunedì avesse avuto conseguenze più gravi?
Se si fosse resa necessaria l’evacuazione immediata della popolazione? Il caos più completo”.
MIRELLA MORANDI