Curiosità dal Mondo & Misteri — 23 Marzo 2021

VERSO SARSCOV3 ? Il salto di specie inverso nei topi, il cambio di recettore ligante su spike e la panzoozia Se ha fatto molto scalpore la notizia di un gatto affetto da variante inglese in Piemonte un paio di giorni, fa notizia invece nota sin dai primi giorni di Wuhan dai blogger inglesi in loco, che bypassando la censura cinese ben descrivevano l’effetto blando sui gatti adulti e mortale sui gatti neonati od i gatti di strada già malati o malmessi. La vera notizia, di queste ore, è l’apparire di questo studio, scritto a più mani e con molto rigore, che indica come, a differenza dei precedenti ceppi, alcune varianti non solo possono effettuare il salto di specie sui topi, cosa che con il ceppo originario e la maggior parti di varianti non era possible ma addirittura la proteina Spike non lega con i recettori ACE2 del topo, o meglio le VOC lo fanno rispetto agli altri Strain ed il Wild Tipe, ma si legano solo transitoriamente agli ACE2 in epitelio polmonare murino, per poi continuare la replicazione virale altrove, legando ad altri recettori. Se le nuove varianti possono infettare i topi, che già hanno dimostrato la capacità di infettarsi a vicenda, si apr ufficialmente il rischio panzoozia. Il contagio a mezzo topi era presente in guerra narrativa posizionata dai cinesi sin dall’inizio circolarono la loro “fiaba” sull’attacco ad Hong Kong con arma biologica bicomponente, ovviamente su un canale noto per la dietrologia ed il complottismo ma intanto a Wuhan si vedevano disinfestori con soffiatori di anidridi tossiche per strada in spalla per la caccia al topo. In questi mesi si sono registrate invasioni di topi in USA, EUROPA ed AUSTRALIA in questi ultini due anni, evento che accade ciclicamente, ma ben sposava l’elemento di guerra psicologica prescelto dai cinesi, perchè i test sin qua condotti, come confermato ampiamente dal CDC americano e dal ECDC europeo, non si infettavano in laboratorio, a differenza di alti animali (primati, pinguini, grandi felini, suini). Il rischio che diventi non solo endemico ma tutti gli animali un enorme reservoir e che muti molto molto velocemente praticamente una certezza e non sono le uniche implicazioni negative possibili. Ma automaticamente una pessima notizia ? Intanto lo studio riguarda topi di laboratorio e non necessariamente, lo spill-over inverso uomo/topo è avvenuto, anche se spiegherebbe visto le varianti coinvolte il salire quasi a curva verticale i contagi ed i decessi di certi paesi, ma anche il topo in genere ha sia una elevata resilienza immunologica, sia una adattabilità fisiologica importante, sia i fattori di propagazione intra-comunitari (i topi vivono in ampissime colonie interconnesse) che l’alto tasso riproduttivo potrebbero portare ad una veloce immunità di gregge per i topi. Di fatto, se non ritirato lo studio, risulta urgentissimo indagare su quale recettore leghino adesso le varianti B1.351 e P1 sul topo e nell’uomo, oltre i noti ACE2 e NP1, poichè potremmo essere di fronte ad una via di contagio e fisiopatologica completamente diversa. A conti fatti un virus totalmente nuovo.

 

Riporto da Marco Filippi – facebook

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