Alcuni segnali di inverno e le prospettive di un inizio mese alquanto dinamico indicate in precedenza si confermano ma lo fanno secondo un orientamento generale che non appare così a favore del grande freddo o a favore di quanto sperano i freddisti. Quello che sarà oltre questi prossimi 5-7 giorni, per quanto ci si possa sforzare a guardare forecast di lungo termine, previsioni stagionali, andamento degli indici teleconvettivi, ecc. ecc. possiamo anche provare a prospettarlo ma detta prospettiva avrebbe il valore nullo delle profezie da maghi e cartomanti o delle fiabe che narrano finti climatologici che da 20 anni aspettano l’era glaciale. Quello che possiamo ragionevolmente dire è che le mappe attuali, ovvero i calcoli fisico-matematici che ci raccontano quanto dovrebbe accadere da qui a 7-8 giorni, descrivono un trend assai orientato nella direzione di una dominante atlantica o nord-atlantica. L’irruzione in corso e del breve termine, destinata a regalare un moderato scampolo di inverno, sembra delinearsi come un episodio assai fugace o temporaneo, deciso a lasciare subito spazio ad un corso sostanzialmente piovoso o di matrice autunnale. Tutto questo, beninteso, rientra in una dinamica tuttaltro che non interessante e neanche così estranea a future possibilità di evoluzioni care ai freddisti, ma, per un pò di tempo almeno, anche associabile ad una porta del freddo artico continentale piuttosto sbarrata. Quanto è dato di vedere al momento è un contesto di affondi nord-atlantici, di segno sostanzialmente polare o artico-marittimo con obiettivo la fascia occidentale dell’europa. Da una configurazione generale come questa non possiamo che aspettarci, tra richiami sciroccali, correnti meridionali, sud-occidentali e ciclogenesi, un tempo instabile, variabile, con apporti piovosi e temperature non troppo basse. Il disegno, che mostra la situazione prevista in quota ed al suolo tra venerdi e sabato, da l’idea di un contesto che ha rapidamente spazzato via l’episodio freddo in atto e ben associato ad un affondo meridiano con richiamo sciroccale, mentre le frecce piccole, blu, viola e rossa secondo una successione, vogliono dare l’idea di un corso evolutivo ben saldamente nelle mani di un’azione atlantica piuttosto persistente nel mantenere un ampio scavo barico sul continente, incastonato tra il ramo sub-tropicale oceanico e quello dell’est. Se poi un più lungo termine, inquadrabile intorno alla metà del mese, saprà disegnare qualcosa di più attinente a flussi che, per quanto non necessariamente destinati al mediterraneo e che potrebbero invece risultare piuttosto confinati a nord (frecce grandi), muovono da est, lo vedremo…
Pierangelo Perelli