In qualche modo la prima decade di marzo sembra configurarsi come una sorta di prolungamento dell’inverno paradossalmente ancorata a classici disegni invernali che quasi mai si sono visti nel corso di tutta la stagione. Da qui a dire che avremo effettivamente gelidi venti russi e grandi afflussi freddi tuttavia ce ne corre, anche perché non siamo certo in gennaio, e poi perché, come sappiamo, le prospettive di medio e di lungo termine meritano sempre ampie verifiche e conferme. In ogni caso l’ironia della sorte sembra protendere nella direzione di influenze continentali, più o meno intense o dirette, che, in parte, originano proprio da quelle violentate aree di guerra le cui immagini fanno tanto riflettere nonché dedurre che dopo 4-5000 anni l’uomo pensa ancora, esattamente, come al tempo dei sumeri o degli ittiti. E non si cada nell’errore di considerare certi capi di stato teste di ragionamenti di alto grado. Tutt’altro. Il ragionamento, nel caso il pensiero veloce o istintivo, è, né più e né meno, quello di coloro che si sparano per banali lotte di confine o per litigi familiari basati su questioni di eredità. 4-5000 anni di storia, dal punto di vista del pensiero profondo, dell’etica e della civiltà, non hanno insegnato granché facendo in modo che, come nel corso dei tanti secoli, siamo ancora a ridurre il mondo a questioni di competizione economica e militare tra stati e continenti e a litigi distruttivi di natura ideologica, religiosa, economica, politica. Vedere nel 2022 povera gente e povere famiglie costrette a lasciare la propria casa e la propria nazione fa davvero male e getta un’ombra sinistra sull’immagine di quest’uomo tanto forte di scudo ma tanto misero di anima e di pensiero. Venendo alla situazione meteo ho voluto disegnare la situazione generale prevista a distanza di ben una settimana, sapendo di disegnare qualcosa che merita parecchie conferme nei prossimi giorni ma sapendo di disegnare anche qualcosa che fa un pò da sintesi o simbolo di quella che sembra poter essere la fisionomia destinata ad accompagnarci per tutta la prima decade del mese. In tal senso si conferma quanto già detto in precedenza a proposito di un inizio del mese assai diverso e più dinamico rispetto al passato recente e certamente assai meno dominato da regimi anticiclonici. Al contrario le alte pressioni tendono ad offrire il fianco a pur modeste infiltrazioni atlantiche e, soprattutto, ad affermare geopotenziali anticiclonici a latitudini medio-alte del continente e tali da aprire totalmente o parzialmente a correnti fredde nord-orientali. Nel complesso tutto questo fa pensare ad una decade di matrice relativamente invernale e, se non in maniera così marcata, anche instabile a tratti. E fa pensare a quei disegni caratterizzati da estensioni di nuclei freddi da nord-est destinati maggiormente ad adriatico e a penisola balcanica ma anche, data la eventuale contemporaneità di deboli infiltrazioni da occidente, destinati a ravvivare possibili circolazioni cicloniche sul mediterraneo centrale o centro-orientale…
Pierangelo Perelli