Editoriali Slider — 02 Dicembre 2021

L’evoluzione già esaminata in precedenza si conferma. L’assaggio di inverno dei giorni scorsi va stemperandosi in qualcosa che sa molto meno di artico e molto di più di un flusso atlantico da tardo autunno. E questo in virtù, sostanzialmente, di un vortice polare relativamente compatto ed ancora resistente a disturbi degni di nota. La corrispondente mobilità delle saccature, quando anche di una certa ampiezza, offre, al massimo, fasi di diminuzioni termiche sensibili ma molto temporanee. La saccatura in azione, ovvero quella dei giorni 2/3 e per come indicato precedentemente, è di tutt’altra pasta rispetto a quella della sbuffata artico-marittima dei giorni scorsi, molto meno fredda e, nel suo spostamento verso sud-est e verso levante, ancora più rapida. Maggiori propositi freddi li segnala la successiva, ovvero quella dei giorni 6/7, ma sempre in un contesto decisamente mobile e a dominante ovest-est. I freddisti sperano, correttamente, nella possibilità di un blocco ad ovest utile a consentire inversioni di marcia, che, però, anche guardando molto in avanti, non appaiono così probabili. In verità qualcosa, ad inizio di seconda decade, sembra muoversi, e sembra muoversi nel senso della possibilità di una chiusura; tuttavia la stessa chiusura offre molto da verificare e, nel contempo, molta incertezza nella sua capacità effettiva di produrre qualcosa che apra alle correnti orientali. Detta flebile possibilità va, tuttavia, considerata, giacché un pò tutti i modelli per quei giorni segnalano, quanto meno, un certo freno del treno atlantico ed un certo taglio in corrispondenza delle latitudini continentali medio-alte. Anche ammesso che questo avvenga non è assolutamente detto che il relativo cut-off mediterraneo possa poi sfociare in un afflusso continentale da levante, ma non è neanche escluso, e vedremo. Il disegno si riferisce alla situazione generale prevista intorno ai giorni 6/7, mostra l’ennesima sacca in azione sul mediterraneo ed in trasferimento verso levante, mentre la simbologia segnala il trend dei giorni successivi, associato alla mobilità delle medesime saccature da ovest ad est e, per come sopra indicato, alla tendenziale possibilità di una chiusura con taglio sul nord-ovest dell’europa e susseguente cut-off iberico-mediterraneo. Nello stesso disegno si può anche individuare la profonda depressione a ridosso delle isole britanniche, ovvero quella destinata sostanzialmente al nord-europa con i suoi venti di tempesta, e che poi è anche quella destinata a produrre la diramazione iberico-mediterranea del possibile cut-off relativo…

Pierangelo Perelli

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