Parlare del possibile riscatto dell’inverno a partire da fine prima o da inizio seconda decade mi pare prematuro. Il dovere di cronaca, tuttavia, impone di ammettere che le ultime emissioni dei vari modelli indicano, per quei giorni, fisionomie di afflussi nord-orientali od orientali. E vedremo se nei prossimi giorni la faccenda sarà confermata o meno. Rimanendo nell’ottica delle più credibili proiezioni che arrivano intorno ai giorni 5/6 va detto che un certo cambiamento nella direzione di infiltrazioni di aria più fredda e relativamente instabile, destinate a penisola balcanica e mediterraneo centrale o centro-orientale, lo si intravede e lo si intravede proprio intorno ai giorni 5/6, quando il promontorio sub-tropicale di inizio anno sarà scomparso e avrà fatto spazio ad una moderata saccatura atlantica in movimento da nord-ovest a sud-est. Tale episodio e l’episodio suo simile a distanza di 48 ore non possono certo corrispondere a chissà quali irruzioni, ma danno comunque l’idea di un certo cambiamento che vede il sub-tropicale scomparire dal mediterraneo, tornare ad affermarsi in atlantico e, di conseguenza, favorire sull’italia una fase variabile e con temperature più consone al periodo stagionale. Transitata la seconda moderata saccatura saremo, quindi, in dirittura di fine decade e nella direzione, secondo quanto prima segnalato e sulla base di una semplice ipotesi tutta da confermare nei prossimi giorni, di una rimonta azzorriana sud-ovest/nord-est di chiusura e di tutto rispetto, drasticamente in grado di settentrionalizzare il flusso atlantico sul continente e di modificare il quadro generale a favore di correnti fredde continentali. Il disegno mostra la situazione prevista in quota intorno ai giorni 5/6 associata alla moderata saccatura in transito mentre la simbologia, dal colore blu a quello viola, vuole fornire l’idea del cambiamento di configurazione, inquadrabile tra gli stessi giorni e fine decade ed orientato nella direzione di spinte fredde artico-continentali…
Pierangelo Perelli