Si conferma il benefico cambio circolatorio di metà prima decade favorevole all’affermarsi di correnti settentrionali. Lo schema è quello di correnti settentrionali che lambiscono la penisola ed associate ad una saccatura destinata alla penisola balcanica ma che potrebbero non mancare di determinare una sfuriata di instabilità, da nord a sud, in particolare lungo i nostri settori di levante. Il cambio suddetto è inquadrabile nel corso della seconda metà della decade ed è ascrivibile ad un deciso ridisegno del profilo del sub-tropicale, in ritiro parziale sul mediterraneo ed in rimonta ed affermazione ben più ad ovest sull’europa occidentale sino sulle isole britanniche. In questo senso un deciso promontorio con valori barici assai elevati può invece affermarsi sull’iberia occidentale, lasciando il mediterraneo centro-orientale sotto il respiro, appunto, di una ventata di salubre aria più fresca. Va detto che in casi del genere la relativa frustata di correnti settentrionali, peraltro più instabili a levante sui balcani, può non essere estranea all’attivazione di turbolenza e di fenomeni localmente di una certa consistenza che potrebbero interessare in primis aree italiche orientali e che sono da mettere in conto. Di fatto l’evoluzione sa quasi di un “reverse”, per come, nel disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 7/8, possiamo identificare nella rappresentazione delle frecce di spessore medio, identificative di una isoipsa di riferimento e della sua evoluzione dallo status attuale a quello dei giorni 7/8. Si può ben notare come, in corrispondenza della fascia centrale del continente, si passi da un promontorio ad una disposizione inversa di segno semi-ciclonico. Sempre nel disegno le frecce più piccole segnano i movimenti associati a detta evoluzione che vede la rimonta azzorriana lungo l’europa occidentale, mentre le frecce più grandi servono ad enfatizzare l’azione corrispondente in grado di attivare la discesa delle correnti settentrionali suddette. La medesima azione mitigante e parzialmente destabilizzante può senz’altro traghettarci sino ad inizio seconda decade, e non è escluso, alla luce delle attuali proiezioni modellistiche, che possa protrarsi oltre sulla base di un blocco sull’ovest del continente e di ulteriori spinte dal nord-europa in direzione dei balcani e potenzialmente anche in grado di estendersi, con forcing retrogrado, verso occidente….
Pierangelo Perelli