Editoriali Slider — 03 Gennaio 2025

Un fatto che si ripete non è casuale e se, da anni ed anni, i vari modelli, spesso, promettono, per il medio-lungo termine, configurazioni di freddo che poi sfumano nel nulla, un motivo che spiega questo fatto deve pur esserci. Naturalmente la risposta spetta e la lasciamo agli stessi istituti ed agli stessi studiosi di meteo e di clima. Detta cosa è successa anche recentemente. Certe configurazioni da freddo, proposte 7-10 giorni prima per il periodo dell’epifania o del dopo epifania ed utilizzate, come di frequente accade, a sproposito e per scrivere articoli sirena e totalmente privi di senso, sono poi venute meno a favore dei soliti bei flussi occidentali miti, dal freddo lontani anni luce. Tant’è che per trovare nei vari forecast, ed al momento, qualcosa di appena appena attinente a correnti orientali, bisogna guardare ad inizio seconda decade se non oltre. Ed è chiaro che guardare a giorni quali il 12 od il 13 gennaio, ai fini di una previsione, serve davvero a poco. In questo caso, però, mi viene di farlo perché il farlo ci fornisce lo spunto per analizzare una tipica evoluzione meteo e perché, intorno a detta evoluzione, più o meno inquadrabile ad inizio seconda decade o tra fine prima decade e metà del mese, sussiste una certa uniformità di vedute. Se la medesima si concretizzerà e se sarà anche in grado di rifarci assaggiare un pò di inverno, naturalmente lo vedremo, giacché prenderla per buona ad oggi corrisponde a fantameteo od a meteo demenziale. Il disegno si riferisce alla situazione prevista dal modello europeo su scala emisferica intorno ai giorni 12/13 e caratterizza, sostanzialmente, un cambio meteo degno di tale nome, dopo un periodo di correnti occidentali, associate a variabilità ed a temperature tutt’altro che basse. Risulta evidente l’accenno di split del vortice polare che segna un promettente blocco del flusso atlantico e il configurarsi di un cut-off mediterraneo, evidentemente foriero di un profilo a carattere continentale e fatto di correnti orientali. Certamente un evidente passo avanti, per i freddisti, rispetto alla fase precedente. Ma, in verità, ed anche in questo caso, fino a quanto? Fino ad una semplice sbuffatina balcanica temporanea o fino a qualcosa che, sulla base di un rinforzo meridiano di quel promontorio anticiclonico, diventa un vero afflusso freddo? Naturalmente dipende. E dipende da quanto il forcing occidentale può essere così pressante da chiudere la porta dell’est ponendo un ponte anticiclonico tra la sacca od il freddo dell’europa nord-orientale e la depressione mediterranea (ipotesi al momento più probabile), oppure in tal senso ininfluente e costretto a deviare verso nord-est consentendo che, al contrario, la sacca dell’est europa ed il cut-off mediterraneo entrino in fase…

Pierangelo Perelli

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