Le attese di primavera, ancora un pò sofferte, guardano, da giorni, alle possibilità dell’anticiclone oceanico e a certe sue promesse, di certo positive, anche se non del tutto. Abbiamo valutato dette possibilità e, soprattutto, quelle legate ad una sua estensione in orizzontale, di certo foriera della primavera più classica e mite di maestro. Ma abbiamo anche valutato altre evoluzioni non improbabili, quali quelle di un omega incalzato da sollecitazioni atlantiche verso sud-est oltre che da sollecitazioni di segno opposto di derivazione continentale, e quali quelle di una estensione in direzione nord-est, con risposta continentale. Ebbene possiamo dire che tale estensione potrebbe risultare il trend dominante, segnato da una corrente che impone un cuneo diretto verso europa centrale e scandinavia e che trasforma i disturbi ciclonici di questi giorni in un esteso cut-off disposto tra mar nero, egeo e mediterraneo orientale. Ma, a dispetto di una configurazione che avrebbe un minimo di fascino in gennaio o febbraio, non scomodiamo il freddo russo, si in moderato spostamento retrogressivo ma anche di segno moderato e piuttosto osteggiato da un azzorriano non così arrendevole in area mediterranea. Il pieno di questa classica situazione, da fine inverno o da primavera ancora immatura, potrebbe svilupparsi in direzione di fine decade, in un contesto ibrido, a metà tra il bel tempo ed i disturbi orientali instabili e termici centro-meridionali ed adriatici, associati al vortice suddetto…