La spinta atlantica/nord-atlantica ad impulsi che ci sta interessando mostra di non volerci abbandonare ancora per qualche tempo. Il tutto nell’ambito di un incremento tendenziale e dinamico della pressione sull’europa nord-orientale, capace certamente di enfatizzare una spinta fredda retrograda, ma non al di sotto di una certa latitudine. E questo per il fatto che la spinta oceanica nord-ovest/sud-est appare, per le più basse latitudini, come quella prevalente, in grado di influenzare il mediterraneo con successive azioni depressionarie e con la relativa componente occidentale. La concomitante presenza, sulla stessa parte nord-orientale del continente, di alta pressione anche nei bassi strati, non può escludere del tutto che nel corso di dette azioni depressionarie possano manifestarsi temporanei richiami freddi da levante sulle nostre regioni settentrionali, ma sempre nell’ambito di un contesto generale che tiene il vero freddo distante e piuttosto a nord. Una vera e propria chiusura ad ovest o la possibilità che la configurazione muti e muti a sfavore dell’atlantico e a favore del continente non la si intravede se non molto nel lungo termine e, più o meno, nel corso dei giorni di inizio seconda decade. Troppo presto, però, per considerarla come una ipotesi altamente credibile. Il disegno si riferisce alla situazione generale prevista intorno ai giorni 8/9 marzo. La medesima situazione mostra il profilo di una area anticiclonica alle alte latitudini e nei pressi della scandinavia e mostra le due azioni cicloniche, quella atlantica e quella artico-continentale, contrapposte e mantenute non in fase, in un quadro nel quale, per l’area mediterranea, prevale l’azione di quella atlantica. Affinché subentri la possibilità di una azione artico-continentale occorre che la spinta oceanica cessi di essere alimentata e che alla relativa chiusura ad ovest venga a corrispondere una fasatura tra un’ultima circolazione ciclonica mediterranea e l’azione artico-continentale. Una dinamica questa che rientra tra quelle che, e non è detto, possono regalarci una temporanea fase di freddo tardivo, ma anche che non appare nei radar, con connotazioni tutte ancora da verificare, prima della seconda decade (vedi simbologia delle frecce più piccole, rappresentative di certi movimenti possibili nel corso di inizio seconda decade e corrispondenti ad una certa chiusura ad ovest con sviluppo di una disposizione ciclonica est-ovest alle latitudini medie del continente)…
Pierangelo Perelli