Editoriali Slider — 04 Dicembre 2022

Il grande polo freddo in quota che, sulla base di un rinforzo anticiclonico in sede groenlandese e della conseguente discesa del ramo asiatico del vortice polare, andrà avanzando da oriente e da nord-est sul continente, continua a non sembrare destinato a scendere oltre in latitudine. E se alcuni modelli configurano situazioni più entusiasmanti per i freddisti la media generale dei forecast continua ad indicare un quadro tendenziale più favorevole all’atlantico e ai forcing occidentali. Nulla di più normale. L’ipotesi, come già in precedenza detto, che la relativa estensione in veste quasi di un vero e proprio distacco di un lobo, possa coinvolgere la fascia centro-settentrionale dell’europa in un contesto da easterlies alle alte latitudini e da westerlies alle basse, risulta la più accreditata quanto la più fisiologica. Di fatto l’andamento evolutivo del jet stream e delle sue azioni influenti è proprio quello che tende a ridurre le condizioni dello split e a incentivare i forcing che spingono dai quadri occidentali a quelli orientali. Nel disegno della situazione generale prevista tra fine prima ed inizio seconda decade, in cui appare evidente la marcata diramazione del vortice polare da nord-est a sud-ovest, le frecce più grandi blu e viola sono rappresentative del profilo del jet stream e della sua evoluzione dallo stato attuale a quello di quei giorni (da blu a viola), associata, per come si può vedere, ad uno sfumare dei forcing attuali favorevoli a rinforzi anticiclonici groenlandesi e ad un rinforzo delle spinte decise dall’atlantico. In detto contesto simboleggiato dalle frecce viola, tra l’altro, se non è da sottovalutare la rinnovata spinta ciclonica groenlandese non lo è, certamente, neanche la indicata diramazione del getto che spinge verso le basse latitudini ad attivare un flusso sud-occidentale o meridionale. Nella medesima figura si può, dunque, in linea generale, cogliere il senso di un profilo che, relativamente alle nostre latitudini, tende a marcare il mantenimento di aperture ad occidente e corrispondenti flussi da ovest se non da sudovest. Al netto di una evoluzione che, in ogni caso, può pur sempre rilevare sorprese fredde da non escludere completamente, è, semmai ed anche, da considerare che, in prospettiva di lungo termine e proprio sulla base di un eventuale rinforzo della diramazione del JS che va verso sud o sud-est a largo, i conseguenti rialzi anticiclonici potrebbero non risultare così invasivi, maturare, ovvero, piuttosto a largo sull’oceano e, intorno a fine mese, definire qualcosa che può avere a che vedere con disegni meridiani da alte pressioni sull’europa occidentale e con eventuali discese fredde. Troppo presto, però, per guardare a quei giorni, per cui vedremo…

Pierangelo Perelli

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