La situazione meteo in atto e destinata, più o meno, ad accompagnarci anche nei prossimi giorni, è quella estiva di alte pressioni ben distribuite ed in ostacolo all’atlantico. Nulla di più semplice e di normale se non fosse per quel ramo africano sempre un pò troppo presente ed in agguato. La visione di quanto ci racconta l’affidabile modello europeo in relazione alla situazione prevista a 500hPa per fine decade è davvero emblematica e straordinariamente didattica. La medesima ci spiega molto bene l’andamento che si conferma anche per il medio-lungo termine e che, oltretutto, ha, in buona parte, contraddistinto questa prima parte della stagione. Nel disegno si notano molto bene la solida distribuzione anticiclonica del sub-tropicale ed una fisionomia che denota i suoi due rami, l’atlantico e l’africano. Si vede altrettanto bene anche la difficoltà con cui il flusso instabile oceanico muove da occidente, a latitudini piuttosto elevate, e cerca di affondare sino alle medie latitudini con derivazioni o infiltrazioni che, relativamente slegate dal flusso principale più a nord, tentano di farsi strada verso sud e verso ovest. Le stesse derivazioni, sotto forma di azioni a moderata saccatura destinata a vortice, muovono nel letto di un debole forcing ovest/est o sud-ovest/nord-est che, certamente, non è tale da coinvolgere più di tanto il protetto mediterraneo. Il loro avvicinamento, che affonda in un primo tempo sul golfo di biscaglia e sulla francia, non può fare altro che risucchiare, temporaneamente, l’onda africana, per poi indebolirla nel corso del loro transito verso levante. In questo modo la componente ciclonica, nel disegno riferito al giorno 10 disposta sull’europa nord-orientale ed attualmente disposta ancora a largo in atlantico, può essere all’origine, nel corso della settimana, di un temporaneo buon rialzo termico, fortunatamente, però, seguito da un transito moderatamente instabile sul nord-italia. Sulla base di questa evoluzione possiamo quindi immaginare che Il vortice successivo, nel disegno presente sull’atlantico franco-britannico, possa tendere a seguire le orme del precedente, ma è pur vero che la modellistica ci offre, in tal caso, anche la possibilità che detta seconda azione ciclonica, del periodo ed in transito alle latitudini medie, possa risultare meno astrusa e più incisiva fino al punto di, in un contesto di fasatura tra le due azioni vorticose nel disegno, creare le condizioni per una destabilizzazione più estesa di quella prodotta dal passaggio precedente. Vedremo…
Pierangelo Perelli