Editoriali Slider — 04 Ottobre 2024

L’attuale fase meteo, come precedentemente indicato, è quella del tipico flusso atlantico apprezzabilmente ondulato, capace di produrre alternanza di momenti più stabili e momenti piovosi o con instabilità. In un tale contesto i sistemi ciclonici, come quello transitato, risultano mobili e, pertanto, sul piano della fenomenologia ed anche se intensi, relativamente poco insidiosi. La perturbazione attualmente in allontanamento nulla è stata, infatti, oltre i requisiti della classica perturbazione atlantica autunnale. Un tempo perturbazioni come la medesima, foriere del classico giorno di pioggia, non facevano cronaca particolare e rientravano nella norma stagionale del periodo; ora diventano, ogni volta, motivo di preoccupazione e di allarmi meteo. Non che gli allarmi meteo non siano opportuni, ci mancherebbe; ma che ogni eventuale fenomeno alluvionale, piccolo o grande, legato ad una perturbazione del genere, non possa che essere esclusiva conseguenza della cattiva gestione del territorio e non della pioggia, è un dato di fatto. Passata detta perturbazione, e visto l’andamento meteo generale destinato a persistere ancora per qualche giorno, è assai probabile che dopo 48-72 ore di tempo più stabile possa subentrare un nuovo transito perturbato, più o meno incisivo e, per fortuna, altrettanto mobile. Il disegno della situazione generale previsto intorno ai giorni 7/8 ottobre, oltre che illustrare la fisionomia meteo zonale o atlantica descritta, mostra anche la nuova saccatura che abborda il lato occidentale del continente ed in spostamento verso levante. Nel quadro oceanico si nota anche la presenza di una seconda piccola area ciclonica più spostata verso sud-ovest, destinata ad aggancio, ancora assai profonda, e che altro non è che il residuo dell’uragano Kirk, attualmente in pieno atlantico, probabilmente destinato a risalire e ad invertire il suo senso di marcia per captazione da parte dal grande flusso ovest-est. Una tale fenomenologia, non frequente ma sempre possibile, crea, soprattutto in riferimento ad aree costiere del continente più o meno meridionali o settentrionali, le legittime apprensioni che può creare l’avvicinamento di un ex-uragano ancora, sul piano dei fenomeni, abbastanza vivace. Va detto, comunque, che dette depressioni, con la loro vecchia identità di uragano, non hanno più nulla a che fare, che quando entrano nel flusso atlantico non fanno altro che diventare depressioni extratropicali con tutte le caratteristiche delle depressioni extra-tropicali, e che, nella stragrande maggioranza dei casi, finiscono per sfumare o raggiungere il continente senza particolari conseguenze e nell’anonimato di comuni perturbazioni…

Pierangelo Perelli

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