La stagione che prende possesso del mediterraneo, come già detto, non è quella tipica del tempo variabile occidentale. E’, invece, quella di una estensione anticiclonica che devìa l’atlantico verso nord-est e che introduce un quadro di tempo stabile ma anche secco e privo di precipitazioni. Con un disegno poco oceanico ed assai continentale nelle sue componenti dominanti accade che le uniche possibili infiltrazioni instabili sono quelle ancorate a forcing retrogradi, tutti da definire e da verificare nello sviluppo e nell’effettiva influenza. Nulla esclude che detti forcing, conseguenza dinamica della rimonta anticiclonica volta ad abbracciare buona parte del continente, possano sfociare in fenomeni di instabilità su adriatico e sud-italia, ma non stiamo certo parlando della pioggia sperata e necessaria. Sperare in un cambio di circolazione comporta andare a scrutare intorno ai giorni di metà mese, e a quando un cambio di circolazione sembra davvero possibile, ma, ahimé, sempre associato alla minaccia del fatidico nord-africano. Lo spostamento dei massimi barici verso occidente può, effettivamente, condurre masse d’aria umide ed instabili del nord-atlantico verso le coste meridionali dell’europa occidentale ma anche, come sembra attualmente, piuttosto in senso meridiano ed in un contesto di semi-blocco con la possibilità di rimonte, altrettanto meridiane, afro-mediterranee. Una tale evoluzione rappresenta, comunque, un passo avanti nella direzione di flussi meridionali o sud-occidentali, senza i quali, risulta difficile pensare a piogge di rilevanza. Il mio disegno inquadra la configurazione euro-atlantica in quota di metà mese e mostra la disposizione delle onde sopra descritta, dal profilo simil-omega, e tutta da verificare nella possibilità che possa sfociare in un disegno piovoso per il mediterraneo occidentale, magari con aperture a est ed aggancio da levante, oppure in un blocco o freno che tiene ad occidente le medesime piogge…