Editoriali Slider — 05 Febbraio 2020

L’ondulazione delle ultime ore, rapida sia nella sua evoluzione meridiana che in quella ovest-est, ha promosso una delle poche irruzioni di questo inverno lungo la penisola balcanica producendo sulla nostra penisola solo la classica fugace sfuriata settentrionale di margine associata soprattutto a rinforzo dei venti ed a raffreddamenti e precipitazioni limitate all’estremo adriatico del centro-sud. Il fronte polare non riesce ad ondularsi o se ci riesce, come in questo caso, non va oltre la configurazione di una ampia onda mobile. In un contesto di equilibrio geostrofico emisferico perfetto privo di significative perturbazioni intrinseche il vortice polare continua la sua azione di accumulo di aria fredda evitando abilmente di travasarla a più basse latitudini per effetto di trasferimenti effettivi. Un tale accumulo di aria fredda in quota, al di là dell’assenza di detti travasi, merita comunque interesse ed attenzione perché rappresenta un quadro energetico, in potenziale, davvero rilevante. Va altresì detto che, guardando sin oltre la metà del mese, blocchi e scambi meridiani degni di tale nome rimangono praticamente assenti e c’è da chiedersi quando è che un vero indebolimento del VP potrà manifestarsi. Nel contempo risulta comunque non insignificante il prossimo relativo e graduale indebolimento del promontorio anticiclonico mediterraneo a causa di una certa discesa del fronte polare che si propone, soprattutto, tra fine prima decade ed inizio seconda decade. E questo risulta significativo perché, a fronte della persistenza o, addirittura, del rinforzo di un disegno fortemente zonale, il disporsi di un vortice polare così freddo più a sud in corrispondenza dell’area euro-atlantica, può caratterizzare e marcare una situazione davvero particolare, rappresentata da un gradiente molto elevato, sia di pressione che di temperatura in quota, tra latitudini centro-settentrionali e latitudini centro-meridionali. Con pochi risvolti conseguenti per l’area mediterranea, situata alle basse latitudini, assimilata alla relativa fascia moderatamente anticiclonica e ad un eventuale moderato flusso atlantico, detta situazione può, invece, avere conseguenze meteo di un certo rilievo per le latitudini settentrionali del continente, destinate ad essere interessate da una fascia di grande freddo in quota e di intenso flusso occidentale. Il disegno mostra la situazione prevista in quota a 500 hPa (ovvero intorno a 5.500 mt) ed è eloquente nel descrivere il forte gradiente barico e termico suddetto…

Pierangelo Perelli

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