Editoriali Slider — 06 Febbraio 2023

Definire e dimensionare, con una terminologia che sia il più possibile scientifica e corretta, qualunque fase meteo, a volte non è così semplice. Ma va fatto e si deve cercare di farlo alla luce dei dati, dei fatti e di quanto dicono le carte. Da freddista e da osservatore del tempo, ahimé, da decine di anni, di fasi fredde come questa ne ricordo parecchie, e le ricordo come quelle tipiche fasi da irruzione nord-est/sud-ovest o est-ovest che una volta, in un inverno, si verificavano con una certa frequenza. Per cui enfatizzarle come eventi straordinari o eventi rari, nel modo con cui fanno certi siti e certi notiziari, lo trovo patetico e scorretto. Ieri sera il TG5 titolava “in arrivo un freddo glaciale”. Mi sembra evidente che un titolo del genere corrisponde a disinformazione e che andrebbe censurato. Ma lo si sa, e su questo tema tendo ad insistere, viviamo in un mondo in cui il valore non è la corretta informazione ma è la ricerca del seguito a tutti i costi ed anche a costo di alterare l’informazione in modo da renderla appetibile o attraente. La settimana, e non c’è da negarlo, sarà fredda. Ma lo sarà in che misura, e per quanto? Beh, lo sarà per come ce lo indica il quadro meteo, il quale contestualizza una evidente fase di masse d’aria piuttosto fredde in moto dall’europa orientale verso il mediterraneo. Ma, dovendola dire proprio tutta, lo sarà nella misura con cui un inverno normale fasi del genere le fornisce ed anche più di una volta. E lo sarà senza che, una fase come questa, la si possa definire glaciale, buranica, eccezionale, e con termini acchiappa allodole similari. Tant’è che se analizziamo le carte della situazione prevista in quota a 500 hPa ed al suolo possiamo individuare, marcato, il corridoio del flusso est-ovest che prende origine a longitudini ben orientali, ma possiamo anche cogliere il senso di qualcosa in cui il grosso non punta il mediterraneo, bensì aree che stanno a levante e che corrispondono alla penisola balcanica, al mar nero, all’egeo. Nella elaborazione grafica ho voluto rappresentare le situazioni previste a livello emisferico, attuale, a 48 ore ed a 72 ore, con i colori rappresentativi della configurazione in quota e con le linee bianche rappresentative delle isobare e della situazione al suolo. Nella evoluzione relativa non è difficile individuare il nocciolo freddo in quota, quale cuore del sistema e quale area massima del freddo, che non punta certamente i nostri mari e che rimane confinato ad est; così come non è difficile individuare, pur nell’ambito di un discreto afflusso freddo al suolo e di una saccatura ad asse est-ovest che si prolunga sino al mediterraneo occidentale, la fisionomia di un anticiclone, si ben solido e centrato sull’europa centro-orientale, ma anche tendenzialmente invadente per le nostre aree e destinato, già nel corso della seconda parte della settimana, ad attenuare, gradualmente, la configurazione causa del freddo…

Pierangelo Perelli

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