L’evoluzione meteo in atto è esattamente quella prevista e descritta in precedenza. Il ritorno di una stagione molto più in linea con il periodo è supportato da una ridistribuzione dei massimi del sub-tropicale molto più ad occidente, e tale da consentire successive spinte nord-oceaniche e settentrionali da nord-ovest a sud-est o da nord a sud sul continente e sino sul mediterraneo. Ne consegue un tempo variabile, precipitativo nel corso del transito delle saccature o dei vortici che trasportano aria fredda del nord europa e dei mari del nord, ed associato a raffreddamenti. La prossima spinta settentrionale, che è quella che si propone per il fine settimana, mostra persino la fisionomia dei poli freddi in discesa sino a latitudini relativamente basse, ciclogenetici e forieri di diffusa instabilità. Il suddetto episodio, che stimola certamente le fantasie dei freddisti, va comunque probabilmente interpretato proprio come un episodio, assai rapido nella sua evoluzione ed anche tutto ancora da definire nelle effettive capacità di estensioni precipitative sui mari ad occidente. Al momento, infatti, il sistema, oltre alla rapidità del suo transito, mostra, come obiettivo, di prediligere il mediterraneo centrale o centro-orientale. Non mancherà, tuttavia, di produrre un ulteriore apporto di variabilità o instabilità e di raffreddamenti con richiamo di correnti orientali continentali al suolo. Ho scritto che il transito di detto polo freddo potrebbe risultare in un episodio anche per il fatto che, tra le ipotesi in gioco, sussiste quella di una immediata successiva invadenza anticiclonica da ovest capace subito di attenuare la spinta fredda continentale. Ma occorre anche prendere in considerazione ipotetiche prospettive di rimonte anticicloniche verso nord-est sul continente ed evidentemente in grado di, alla stagione dei primi giorni della seconda decade del mese, dare un corso più in sintonia con l’aria fredda dei quadranti orientali del continente. Per ragioni di chiarezza e per non cadere nel ridicolo di notiziari, siti e pagine social varie che parlano di gelo se non di burian, diciamo che, anche nel caso in cui dovessero concretizzarsi situazioni più o meno temporanee aperte all’aria dell’est, avremo certamente un clima invernale ma non avremo certamente bufere o tormente da burian, gelo e cose del genere. Sulla metà del mese, pertanto, pesa un interrogativo che potrà essere sciolto solo dalle prossime emissioni modellistiche. E mi limito a rimanere su quanto le carte dicono per i prossimi 5-7 giorni, poiché se è vero che alcuni modelli, per fine seconda decade, delineano contesti da vero e proprio VP split, lo è altrettanto il fatto che la distanza temporale non consente di considerare ancora dette prospettive come associate a sufficiente grado di probabilità. Nel disegno, che mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 10/11, si notano i residui del vortice che, dopo rapida discesa, si ritrova sul basso mediterraneo, mentre la simbologia serve ad indicare le possibilità evolutive successive, tra quella rappresentata da un anticiclone più invadente e quella rappresentata da un anticiclone che migra più verso nord-est a favorire la persistenza di richiami freddi continentali…
Pierangelo Perelli