Editoriali Slider — 07 Agosto 2021
Sulla durata dell’onda di calore prossima e precedentemente descritta nei termini di una risalita con consolidamento del sub-tropicale in sede mediterranea non ci sono ancora certezze. Di certo la medesima potrebbe durare un po’ di giorni e presentarsi, in primis sul centro-sud, con valori termici davvero elevati. Le cattive notizie per i freddisti sono appena appena mitigate dal fatto che lo stesso blocco anticiclonico tenderà, gradualmente, a trasferire i suoi massimi verso occidente, aprendo, a partire dalla metà del mese, una qualche possibilità di riduzioni bariche lungo l’adriatico o sui settori di levante. Detta evoluzione, anch’essa indicata in precedenza, alla luce delle ultime emissioni non appare, tuttavia, così prodiga di mitizzazioni. Peraltro, al momento, spingersi oltre il ferragosto non mi sembra operazione capace di darci certezze. Se osserviamo il disegno, riferito alla situazione generale del giorno 13, notiamo la ben presente e solida azione anticiclonica dinamica, ancora disposta sul mediterraneo centro-occidentale ma che tende, come detto, a spostarsi verso occidente. Ma notiamo anche una saccatura in atlantico che, ostacolata, potrebbe finire per ristagnare o, peggio, scivolare verso meridione, dando o ridando fiato all’onda sub-tropicale e, magari, generare una rimonta sud-ovest/nord-est dai risvolti tutti da verificare. Le azioni in campo e sullo scacchiere euro-oceanico sono rappresentate dalle frecce, con le frecce piccole che ne intendono segnalare gli spostamenti previsti nei giorni successivi. Alla luce di detti spostamenti e dovendo formulare una qualche ipotesi previsionale relativa al lungo termine si può ammettere la possibilità della persistenza di una azione anticiclonica ma con valori barici meno elevati e, a seguire ed in direzione di fine decade, una tendenziale risalita in latitudine della stessa alta pressione, associata, per fortuna, ad un certo decentramento dei valori barici più elevati ad ovest. Ma, come detto, questa altro non è che una semplice ipotesi. Voglio poi soffermarmi sul concetto di onda di calore che, istintivamente e, talora, erroneamente, richiama concetti come afflusso sahariano, aria africana, e robe simili. Se osserviamo, infatti, il disegno e le linee bianche delle isobare e dei flussi al suolo notiamo che i flussi in azione degni di nota sono quello sud-occidentale che dall’oceano risale lungo le isole britanniche e verso la scandinavia e quello settentrionale sull’europa orientale. Notiamo poi che, per il resto, sussistono condizioni di flussi scarsi o assai blandi, ben poco equiparabili a veri afflussi di aria sahariana. Quello che, invece, in relazione al grande caldo di questa fase va soprattutto considerato, è nei colori ed ovvero in quanto avviene in quota, dove sussistono le condizioni di una grande alta pressione alimentata, sempre in quota, da aria calda e capace di esercitare quell’effetto compressivo che, in dette situazioni, sulla base del riscaldamento adiabatico, è la prima causa del caldo. Nulla vieta, poi, che, nel corso della fase afflussi da sud e dall’africa si creino, ma, almeno sino a circa metà mese e da quello che ci dicono le carte,, non risultano…
Pierangelo Perelli

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