Il confermato cambio di circolazione di inizio seconda decade potrebbe, sul piano dei relativi apporti di pioggia, risultare alquanto misero. Una maggiore presenza di alte pressioni ad ovest ed una maggiore incisività delle infiltrazioni atlantiche non dovrebbero mancare, in quei giorni, di operare un incremento generale di instabilità ma va anche detto che, nello stesso tempo, non si notano veri e propri sconvolgimenti o gli sconvolgimenti in cui riporre le speranze di un allentamento della siccità. Il teso e burrascoso corso oceanico occidentale che interessa il nord-europa è eloquente nel raccontarci che al di sotto di una certa latitudine il quadro resta di relative alte pressioni. In un contesto in cui a questa presenza corrisponde la figura opposta di un vortice polare assai freddo, compatto e restìo a stravasi meridiani e a frammentazioni, il risultato non può che essere quello di una stagione poco piovosa e poco dinamica nel senso delle spinte meridiane e degli affondi in mediterraneo. In ogni caso i movimenti suddetti di inizio decade saranno da verificare, sia nella loro intensità che nella loro durata. Certo è che il disegno della situazione prevista intorno ai giorni 10/11 invoglia ben poco a considerare la possibilità di peggioramenti intensi e duraturi. La relativa falla barica, più profonda su nord-italia e ligure-alto tirreno, abbraccia effettivamente buona parte dell’area mediterranea ma risulta anche alquanto flebile nonché minacciata ad ovest da un’alta pressione tendenzialmente poco propensa a defilarsi. Anzi; semmai c’è la possibilità che l’affondo medesimo, per quanto associato ad una definita ciclogenesi, possa risultare in un episodio o possa generare una fase si più instabile ma di relativa breve durata…
Pierangelo Perelli