La situazione che va delineandosi è quella di un braccio di ferro tra la rimonta africana del sub-tropicale e l’azione stazionaria o semi-stazionaria di una estesa circolazione ciclonica sull’europa nord-occidentale. La medesima azione depressionaria si presenta come il classico disegno supportato da una significativa rimonta meridiana del ramo oceanico dello stesso sub-tropicale e frenata dalla rimonta africana. Una configurazione incastonata siffatta denota l’aspetto a decisa meridianizzazione che favorisce i flussi meridiani, appunto, e le stagnazioni. Dopo un fine settimana all’insegna dell’anticiclone l’affondo suddetto può guadagnare la fetta di terreno sufficiente ad estendere influenza sul nord italia, segnatamente settori occidentali, e ad instaurare il classico ed insidioso flusso stazionario sud-occidentale, alimentato da aria caldo umida e fortemente instabile. Con tutte le incertezze del caso riferibili alla previsione dettagliata di geografia dei fenomeni e loro intensità occorre ammettere che una tale evoluzione non nasconde la possibilità di una disposizione generale a forte componente instabile, di convergenza al suolo e divergenza in quota, con conseguenti rilevanti sviluppi temporaleschi lungo il flusso menzionato e sulle zone indicate…
Pierangelo Perelli

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