La storia del tempo che sta tra inizio decade e metà mese è, di fatto, ancora tutta da scrivere, ma è anche quella, comunque, in parte già tracciata dal dubbio che risiede tra l’influenza di una chiara infiltrazione atlantica e un effetto coercitivo anticiclonico che detta depressione la isola e la relega sul nord-africa. Tra le due possibilità la differenza è davvero significativa e dal momento che alcuni modelli parteggiano per la prima ed altri per la seconda l’incertezza domina sovrana. In detta incertezza sta, in ogni caso, un punto fermo, che è quello di una generale tendenza nella direzione di onde di maggiore ampiezza e meno mobili. E se una delle evoluzioni assai probabili che si intravedono è quella di un rialzo barico meridiano atlantico e più o meno invadente verso est risulta chiaro come gli esiti del tempo del medio e lungo temine debbano essere ascritti proprio a questo tipo di evoluzione. Una maggiore influenza verso est e verso sud-est di detta onda positiva avrebbe infatti l’effetto di rendere inoffensiva la sopramenzionata infiltrazione e di declinarla in un cut-off o in una vorticità affogata tra il basso mediterraneo ed il nord-africa, mentre una minore influenza in tal senso avrebbe, al contrario, l’effetto di spronare la medesima infiltrazione a diventare una attiva circolazione mediterranea destinata ad entrare nell’ottica di correnti settentrionali. Nulla vieta, poi e naturalmente, che l’evoluzione possa finire per essere quella di un quadro intermedio e più o meno spostato verso la prima o verso la seconda ipotesi. Il disegno, che fa riferimento a quanto ci propone ECMWF in termini di situazione prevista in quota intorno ai giorni 13/14, ci racconta: 1) con il supporto della simbologia rossa di una depressione tendente ad impantanarsi in un contesto di rialzi barici; 2) con il supporto della simbologia blu di un depressione che, invece, ben spalleggiata da rialzi barici confinati più ad ovest, muove in mediterraneo e viene agganciata dalle correnti settentrionali di una irruzione artico o polare continentale…
Pierangelo Perelli