Leggere le carte meteo di previsione interpretandole alla luce delle varie possibilità evolutive che contemplano o che rientrano in una logica è il miglior modo per seguirne le variazioni che, inevitabili, si delineano nel corso dei run e dei giorni. Gli ultimi run della maggioranza dei modelli stanno collocando il cambiamento di metà mese, già ampiamente discusso, nel quadro di un moderato e temporaneo blocco destinato a disegnarsi in un omega e destinato ad aprire, in tempi relativamente brevi, all’atlantico. Una evoluzione possibile questa che rientrava, per come precedentemente detto, appunto, nel range delle possibilità. Occorre anche dire, però, che né la prospettiva di un blocco assai meridiano più energico e duraturo e né quella di un’alta pressione che si dispone in modo tale da far scivolare l’aria fredda a sud-est o a est sono tramontate. Ed in ogni caso, l’evoluzione collegata alla interessante discesa fredda che si imporrà o meno, ce la racconteranno meglio i prossimi giorni. Al momento, prendendo in considerazione l’ipotesi che appare prevalente, possiamo solo dire che il cambiamento prospettato giorni fa, nelle caratteristiche di un rapido rialzo di pressione sull’europa occidentale e sino alle alte latitudini, è confermato. Così come, di conseguenza, risulta al momento confermata anche la complementare progressione verso sud e, in parte, verso sud-ovest, del lobo asiatico del vortice polare. In fondo rimane ancora in piedi anche la possibilità che detta estensione fredda possa raggiungere il mediterraneo, ma qui i nodi da sciogliere sono ancora molti e tra le ipotesi che ciò avvenga in pieno, avvenga solo in parte, o avvenga in modo marginale, la partita rimane aperta. Armandoci di audacia possiamo ammettere che nelle ultime emissioni si nota la costruzione del classico disegno che non esclude affatto una certa influenza della sacca fredda e dell’aria fredda orientale sino alla penisola ma che esclude una sua estensione retrograda franca e che pone in interazione la medesima infiltrazione orientale o nord-orientale con una infiltrazione di segno opposto ed oceanica. Per le precipitazioni nevose anche a bassa quota sul nord-italia e, magari, anche sul centro-nord, questa non è neanche una brutta prospettiva; anzi. Ma è anche evidente che non corrisponde di certo al disegno di un grande e ferreo blocco capace di attirare il lobo asiatico del vortice polare o una sua diramazione in modo netto e senza condizioni in mediterraneo. Il disegno mostra la situazione generale prevista da ECMWF per i giorni 14-15 febbraio. Fornisce bene l’idea della configurazione ad omega sopramenzionata e fornisce altrettanto bene anche l’idea delle due componenti, quella fredda dell’est e quella occidentale, che possono o meno tendere ad entrare in interazione o in fasatura, rispettivamente in funzione di quanto il blocco, disegnato dal profilo del jet stream (frecce viola), non è in grado di affermarsi per colpa di un forcing occidentale prevalente tendente ad indebolire i forcing meridiani oppure di quanto è invece in grado di affermarsi completandosi nel profilo di una bella ed ampia barriera. Al netto di una possibilità, abbastanza concreta al momento, che, alle alte quote, finisca per prevalere proprio l’occidente, non è comunque detto che il freddo non possa svolgere, comunque ed almeno per una prima fase, un ruolo di una certa importanza, e questo in relazione alla possibilità che in contemporanea all’ingresso di aria umida atlantica si affermi sull’europa orientale o nord-orientale un anticiclone in grado di rifornire l’eventuale falla mediterranea di aria fredda al di sopra di una non troppo alta latitudine (frecce blu e rossa)…
Pierangelo Perelli