In una fase come questa, nella quale il coronavirus sembra l’unico argomento plausibile o eticamente consentito, trattare d’altro può far sentire in colpa. Il grave, però, non è trattare d’altro, bensì parlare del coronavirus a sproposito, senza senso, e senza il benché minimo riferimento a quanto affermano gli esperti e a quanto suggeriscono scienza, fatti e ragione. L’espressione di un mondo di scemenze, di falsità, di battutine che fanno ridere i polli e, ahimé, insieme ai polli molti altri coglioni, d’altra parte è cosa dei social assai tipica, e pazienza. Per non parlare di chi utilizza la faccenda virus per metterla in ideologia politica e a cui vorrei segnalare che i coronavirus, se non ricordo male dai miei studi di microbiologia, non sono né di destra e né di sinistra. Riguardo al meteo quello che si legge oggi sui modelli è la possibilità, già peraltro mostrata da qualche tempo seppur a fasi alterne, che proprio l’inizio della primavera astronomica sia guastato dalla comparsa del fantasmagorico russo-siberiano. Il grande assente dell’ultimo inverno potrebbe affermare una sua presenza proprio tra la metà del mese e l’inizio di terza decade. Il che non significa di certo temperature glaciali, ma può significare, quanto meno, una fase più o meno prolungata dominata dalle masse d’aria polari o artiche di matrice continentale. Senza scomodare regole elementari di fisica dell’atmosfera collegata alla termodinamica diciamo che, dopo un inverno senza scambi meridiani e con vortice polare ancorato alla ferrea legge di coriolis, la cosa ci sta. Si tratterebbe, anche se ha ancora da passarne di acqua sotto i ponti e vedremo se effettivamente la cosa andrà concretizzandosi, di una affermazione dinamica e termica, con la classica situazione scand+ in grado di richiamare flussi anti-zonali e poli freddi lungo l’europa centrale. Il mio disegno delinea la situazione in quota ed al suolo proprio del giorno 21 marzo prospettata da vari modelli e mostra in modo evidente il polo freddo in quota tra francia ed iberia con la conseguente situazione baroclina ciclogenetica in sede mediterranea in maturazione a sud o sud-est rispetto allo stesso polo freddo. Naturalmente ci auguriamo che, invece, tra qualche tempo avvenga ben altro, ovvero arrivi la primavera ed arrivi quel caldo che, secondo le teorie ancora tutte da verificare di qualcuno, dovrebbe ridimensionare, oltre a rischi di freddo, anche il virus…
Pierangelo Perelli