Scrutare il futuro alla ricerca di un cambiamento in senso invernale non offre ancora elementi degni di nota. Il maggior dinamismo del corso ovest-est, intravisto giorni fa e collocabile tra inizio seconda decade e metà mese, si conferma solo in parte e non nella direzione di afflussi settentrionali. Tutt’altro. Per quei giorni appare, infatti, un maggior affondo in sede oceanica che da respiro ad un certo rialzo sub-tropicale proprio tra iberia e mediterraneo. Il che non significa, vista la collocazione della stessa onda moderatamente spostata ad occidente, chissà quale persistenza di stabilità e temperature oltre media, ma, certamente, non significa neanche qualcosa di attinente a movimenti freddi da nord o da levante. Tuttavia non sembra neanche che detta onda presenti le caratteristiche di quegli anticicloni dinamici invernali che abbracciano il mediterraneo per lungo tempo; ma sembra che possa rappresentare, invece, una sorta di contesto interlocutorio destinato poi ad aprire, in qualche modo, a quella maggiore pulsazione meridiana che, alla fine, può essere in grado di regalarci affondi da primi segni, quanto medo timidi, di tipo invernale. Diciamo che, al momento, è tutto ancora e davvero ipotetico. Ma l’osservazione a dopo la metà del mese e tra la metà del mese e la fine della seconda decade, questo ci racconta. Ci racconta, ad es. della possibilità che un rialzo azzorriano in direzione delle isole britanniche possa aprire alla discesa, seppur eventualmente in una veste episodica, di masse d’aria instabili e relativamente fredde del nord-europa. Vedremo. Il disegno si riferisce alla situazione generale prevista intorno alla metà del mese e mostra il respiro dinamico anticiclonico sopra descritto, mentre la simbologia serve a rappresentare, nei colori dal rosso al viola, l’ipotesi evolutiva sopra descritta…
Pierangelo Perelli