Prima di ammettere che avremo un guasto meteo di tutto rispetto c’è ancora da verificare. Ma mi sembra evidente che, e per come i modelli segnalano da qualche tempo, quanto nelle linee generali si disegna per i giorni di metà mese può davvero corrispondere al primo vero break stagionale. E’ altresì logico ritenere che, come accade normalmente in piena estate, il medesimo break possa presentare la connotazione tipica delle perturbazioni estive, fatte di temporali variamente dislocati e a macchia di leopardo piuttosto che di un tappeto di maltempo duraturo. Tuttavia sembra proprio che l’attuale fase, caratterizzata da fascia anticiclonica alle latitudini medio-basse e da movimenti depressionari alle latitudini medio-alte che sconfinano sulle nostre regioni settentrionali, possa subire una evoluzione nella direzione di una ondulazione ben più marcata in grado di spingere un affondo, degno di tale nome, in mediterraneo centro-settentrionale. Da detta evoluzione, che vede una discreta rimonta anticiclonica in direzione del nord-europa, può scaturire la classica fuga di una saccatura destinata a cut-off o a goccia fredda, più o meno estesa, ed influente per le sorti meteo delle nostre regioni. Non solo. Come sappiamo le disposizioni rex-blocking simili, come quella che può effettivamente maturare, tendono anche a caratterizzarsi con i termini delle situazioni in cui la mobilità ovest-est si attenua, tanto più l’evoluzione medesima evolve, appunto, in semi cut-off o cut-off. Se quanto andrà a verificarsi sarà, in tal senso, più o meno di questo tipo, lo vedremo. Di certo una possibilità è che l’affondo evolva davvero in una circolazione destinata ad attardarsi tra il mediterraneo e l’europa orientale e a condizionare il tempo italico per qualche giorno, segnatamente quello dei settori più ad est, con temperature contenute e con instabilità, soprattutto diurna. Il disegno mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 13/14 ed è inequivocabile nel segnalare la falla in quota sull’europa centrale ed in progressione verso sud o sud-est. La simbologia, a sua volta, dell’evoluzione successiva delle 48/72 ore, serve a segnalare lo spostamento abbastanza lento del vortice verso sud-est nel contesto di un quadro da tipica goccia fredda semi-stazionaria. Va aggiunto che, in casi del genere, a subire i maggiori effetti della più o meno significativa destabilizzazione con diminuzioni termiche, non può che essere il centro-nord, ma non si può certo non ammettere una azione mitigatrice più estesa, in grado di sminuire, almeno per qualche tempo, il caldo sub-tropicale anche sul centro-sud. Da non dimenticare, però e come è ovvio che sia, anche il lato negativo della faccenda, ed ovvero quello della possibilità di temporali forti che, fisionomie del genere, possono eventualmente determinare…
Pierangelo Perelli