Se scrivessi che intorno a fine decade arriva una bomba fredda o si verifica il grande ribaltone mi adeguerei a vari scrittori di meteo che vivono l’ansia di attirare consensi e pubblico. Ma da semplice appassionato che guarda le carte e che esamina l’andamento del tempo in modo oggettivo, senza nessuno scopo di attirare attenzioni e con l’unico scopo di divertirmi con la meteo così come mi diverto da diverse decine d’anni, mi tocca di dire più semplicemente che, forse, e lo si potrà verificare meglio nei prossimi giorni, intorno a fine decade l’inverno potrebbe assumere, almeno per un tempo alquanto limitato, le sembianze che gli competono o che fanno parte fisiologica del periodo. Nulla di più. Al momento, infatti, i vari istituti denotano, più o meno, quanto ho già scritto in precedenza, ovvero la possibilità, e dico possibilità, che tra il 17 ed il 20 il quadro mobile che trasporta sacche atlantiche possa incrementare l’ampiezza del profilo ondulato del jet stream e possa, con un consolidamento azzorriano in atlantico, rifornirci di una ventata artico-marittima. Un episodio di freddo artico-marittimo in rapido transito può, per qualcuno, in tempi di temperature persistentemente sopra la media e con un inverno che a metà gennaio ci ha alquanto trascurato mostrando le sembianze dell’autunno, certamente fare notizia, ma, sinceramente, non vedo a quale grande notizia possa davvero corrispondere. Altrettanto doverosamente e sempre in base a quanto al momento le carte ci mostrano, inoltre, vanno ammesse due cose: che l’episodio è ancora da confermare o è ancora da confermare quanto meno nella sua intensità e nella sua evoluzione precisa; che la tendenza generale ascritta al forcing dettato dal jet stream non appare come quelle che determinano afflussi freddi duraturi e relative continentalizzazioni, ed appare, al contrario, come quelle che mantengono un corso mobile ovest-est. Naturalmente stiamo descrivendo probabilità evolutive ed ipotesi, sempre, per come sappiamo e quando trattiamo di previsioni a medio-lunga scadenza, suscettibili di cambiamenti futuri anche drastici. Ma se, finalmente e per i freddisti, qualcosa si muove alimentando le speranze di una seconda metà del mese più appassionante, va detto che, allo stato attuale delle cose, quel che si nota o si intravede è soltanto un episodio da irruzione associato al transito rapido di una discreta o ampia saccatura alimentata da aria artico-marittima, tutta ancora da decifrare nella sua intensità, nei suoi modi di affondare e nella sua tendenza a salutarci molto in fretta oppure a favorire un certa successiva moderata onfigurazione favorevole al richiamo di correnti fresche o fredde dai quadranti orientali. Il disegno mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 16/17 in cui è apprezzabile il discreto affondo che raggiunge il mediterraneo e che è ascrivibile alla classica sacca che apporta un episodio freddo. Le frecce, a loro volta, intendono rappresentare una delle ipotesi evolutive, e attualmente la più accreditata, che guarda a fine seconda decade e ad inizio terza decade, e che sostiene il quadro mobile di un forcing nord-ovest/sud-est o ovest/est, certamente tutt’altro che favorevole a consistenti e duraturi afflussi freddi continentali…
Pierangelo Perelli