Per quanto nei prossimi giorni il contesto generale rimarrà, più o meno, ancorato ad un clima invernale governato da correnti settentrionali artiche o del nord-atlantico, una nuova fase si sta aprendo, e si sta aprendo in virtù di un esaurimento di quella lunga e precipitativa che ha visto per molti giorni l’europa occidentale inglobata in una saccatura plastica, stagnante e continuamente alimentata. Detta saccatura, che negli ultimi giorni ha assunto il profilo di una retrogressione con affondo est/ovest o nord-est/sud-ovest sino all’iberia, e che ha disposto, dalla spagna al mediterraneo, una linea frontogenetica quale netta linea di separazione tra aria fredda di nord-est ed aria calda di sud-ovest, va ora traslando verso est lasciando il posto alla nuova fase suddetta. In direzione di metà mese, infatti, la configurazione generale è destinata ad assumere la connotazione delle tipiche situazioni meridiane, con valori barici relativamente elevati ad ovest sulla parte occidentale del continente e con affondi freddi assai significativi sull’europa orientale. Il mediterraneo centrale e la nostra penisola, per quanto probabili settori, rispetto a detta situazione, di confine, non sono affatto esclusi dalla possibilità di influenze fredde per sconfinamenti della stessa aria fredda verso ovest o per relative fughe infiltrative, ma occorre anche dire che le prospettive di influenze marcate e dirette, come quelle indicate da alcuni modelli precedentemente, sono un pò sfumate, a favore di quelle maggiormente ancorate ad una certa invadenza dell’alta pressione e ad un flusso meridiano freddo con ansa depressionaria relativa in rapido spostamento lungo l’europa orientale. Nell’ipotesi che non sussistano sconfinamenti verso ovest o che non sussistano eventuali fughe infiltrative con erosione del fianco orientale dell’alta pressione l’azione fredda può comunque essere in grado di interessarci marginalmente, con un coinvolgimento più significativo di adriatico e regioni meridionali e con, in ogni caso, l’apporto di correnti settentrionali/orientali destinate a caratterizzare un clima ben più asciutto di quello visto negli ultimi tempi ma sempre, dal punto di vista termico, abbastanza invernale. Il disegno, riferito alla situazione prevista in quota per i giorni 14-15 gennaio, fornisce l’idea, con il supporto di tutta la simbologia delle frecce più piccole (la rossa rappresentativa dell’alta pressione ad ovest; le blu rappresentative dello spostamento della saccatura), della profonda ansa ciclonica di matrice artica in affondo ma anche in rapido trasferimento da nord a sud o da nord-ovest a sud-est, che lambisce la penisola e che, pur mantenendosi piuttosto a levante, potrebbe consentire fughe infiltrative destinate proprio all’italia (freccia blu sottile). Sarà il prossimo futuro ad eliminare i dubbi proprio riguardo ai destini precisi di detta saccatura. E sarà il prossimo futuro ad eliminare, forse, anche quelli, ancora più marcati, relativi ai destini del lungo termine e dei giorni di fine seconda decade o di inizio terza decade, al momento assimilabili ad affondi artici ben più disposti ad ovest ed in discesa sull’europa occidentale, tanto interessanti quanto, però, assai da confermare (vedi resto della simbologia che indica i relativi profili prospettati al momento)…
Pierangelo Perelli