Editoriali Slider — 11 Maggio 2020

Disegnare una mappa della situazione in quota (aree colorate) ed al suolo (linee bianche delle isobare) con i fronti (linee blu, rosse e viola dei fronti freddi, caldi ed occlusi) e le relative avvezioni termiche (frecce) riferita al presente o al recente passato di 12 ore fa (notte dell’11 maggio) va un pò fuori dagli schemi ma, in questo caso, ha una sua validità per il suo valore didattico e per la sua capacità di farci capire un contesto meteo specifico che non è di un giorno ma è di una fase. La linea tratteggiata e la freccia grande associata, a loro volta ed infatti, vogliono identificare il trend di metà mese, e realizzano l’idea del relativo, seppur con qualche variazione, prolungamento di un determinato contesto. Nella fisionomia generale si nota una dinamica associata ad alta pressione sul nord atlantico ed a spinta fredda di rilievo sul nord europa, ma si nota anche che l’azione fredda suddetta non trova il modo di oltrepassare una certa latitudine. Lo trova solo in parte azionando, a più basse latitudini, moti retrogradi e derivazioni cicloniche in un flusso occidentale o sud-occidentale in grado di agire come un flusso quasi stazionario piuttosto che come flusso in traslazione verso levante. Detta azione stazionaria o semi-stazionaria fa il paio con l’ostacolo del sub-tropicale, presente e minaccioso in area mediterranea centro-orientale. I flussi indicati, sia in quota che al suolo, nel rappresentare detta situazione nella quale l’aria fredda trovo sfogo in senso retrogrado piuttosto che verso sud in sfondamento, sono eloquenti. Il flusso umido occidentale derivato non può mancare di lambire la penisola e produrre fasi variabili ed instabili soprattutto sul centro-nord, ma lo fa diventando francamente sud-occidentale e risultando contrastato dall’onda sub-tropicale. Quanto sta accadendo alle latitudini nord-europee è il frutto di un vortice polare alquanto frammentato ed in grado di rendere liberi sacche o poli freddi, che, però, come detto, impattano, al confine della fascia centro-settentrionale del continente, con rimonte anticicloniche in controfase, e tali da costruire un punto di stazionarietà frontale. Il polo freddo o vortice che nel disegno è presente sulla francia meridionale rappresenta l’azione vorticosa responsabile del passaggio di linee frontali e di instabilità delle ultime ore, mentre la successiva area depressionaria che si nota a largo in atlantico è quella che, sempre azionata dal forcing occidentale indicato, muoverà (freccia blu grande) verso gibilterra finendo poi, intorno ai giorni di metà mese, per delinearsi come un semi-cut-off, stretto tra le alte pressioni in un profilo ring blocking simile, a produrre una probabile nuova ondata di instabilità, peraltro ancora tutta da precisare nella geografia e nel grado di stazionarietà o mobilità…

Pierangelo Perelli

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