Guardare le mappe ad ogni run per scrutarvi la possibilità di una svolta in senso invernale non significa certamente fare la danza della neve e neanche osservare certezze. Il tempo fa il suo corso, fregandosene ampiamente di mappe, analisi, trend degli indici teleconnettivi, dei pattern, dell’andamento in stratosfera, ecc. ecc. Guardo il tempo e le carte da decenni e l’esperienza mi dice questo. Rammento freddi significativi arrivati senza stratwarming di sorta, rammento stratwarming che non hanno avuto esito, rammento trend tutti favorevoli all’arrivo del freddo che poi non è arrivato e situazioni esattamente opposte. Non sto, naturalmente, sconfessando la scienza meteo, in cui credo profondamente; al contrario. Credo nella scienza in modo assoluto, e ci credo da antitetico altrettanto assoluto rispetto a tutto ciò che sono le bischerate totali che hanno a che vedere con quanto fornisce certezze o probabilità senza la scienza. Ma devo anche ammettere che la meteorologia, che, come tutte le scienze farà sicuramente passi in avanti continui nel futuro, rimane una scienza probabilistica, basata su calcoli tanto tecnici e rigorosi, meritevoli di essere considerati ed apprezzati, quanto perfettibili. E calcoli tanto tecnici e rigorosi quanto meritevoli di essere perfettibili sono quelli che sembrano segnare una svolta possibile ad inizio terza decade. Come sempre e come sempre dico una mappa di lungo termine ed a 10 giorni circa, come in questo caso, non può esprimere di sicuro certezze. Ma è diritto dovere considerarla, per come deriva da precisi calcoli fisico-matematici e per come, in qualche modo, non può non rappresentare di certo indicazioni frutto di fantasie. Il disegno che ho elaborato considerando quanto racconta ECMWF e quanto il medesimo ente ci dice rispetto alla situazione prevista in quota ad inizio terza decade mostra in modo chiaro il segno di una svolta, con l’alta pressione che cede il passo, si ritira verso ovest, cresce in senso meridiano sin sull’islanda e mette in moto un quadro di ampia saccatura in discesa ed in grado di risucchiare masse d’aria artica. Nulla vieta, ovviamente, che la mossa rientri alla fine in un disegno di generale mobilità associato a spostamenti ovest-est, ma nulla vieta neanche che il tutto possa finire per rappresentare l’agognata svolta…
Pierangelo Perelli