La primavera che avanza o che si impone è quella dettata dalle azzorre, finalmente decise ad affermarsi. Non tutto è chiaro e lampante, giacché le espansioni anticicloniche oceaniche, ampie come quella che si profila nel medio termine, destano sempre qualche perplessità, in primis legate alle possibili minacce di natura settentrionale o retrograda. Ma in questo caso sembra che l’evoluzione della grande campana possa risultare estesa e soggetta a quel benefico forcing occidentale che è garanzia contro le minacce suddette. In questo modo la primavera che va affermandosi potrebbe presentare una sufficiente dose di persistenza, e, pur se disturbata da qualche infiltrazione, non interrompere il suo corso. E se riduciamo di importanza certe ipotesi modellistiche che, meritevoli di rispetto, mantengono ancora viva la possibilità di qualche frustata nordica, ci sembra di poter dire che, piuttosto che le minacce fredde quelle più concrete potrebbero risultare da occidente. Nel contesto semimobile suddetto, e per come simboleggiato in figura (l’analisi corrisponde ai giorni successivi alla metà del mese e cerca di rappresentare anche l’evoluzione successiva), potrebbe, infatti, venire a determinarsi una configurazione nella quale il getto principale sale e corre a latitudini settentrionali (freccia blu grande) consentendo un minimo di effetto tunnel alle basse latitudini (freccia blu piccola) e, dunque, un certo movimento di infiltrazioni da ovest. Sarebbe questa, di certo, una minaccia per i giorni di fine seconda decade ma, tutto sommato, anche qualcosa di non eclatante e neanche troppo difforme da un contesto generale di chiara impronta primaverile…