La fase occidentale in atto sarà sostituita, ad inizio seconda metà del mese, da una fase nord-orientale decisamente più fredda. Il ritorno di condizioni relativamente invernali, e vedremo fino a che punto, si configura sulla base del classico blocco in rex blocking, attivo nel richiamare, da nord a sud e da nord-est a sud-ovest, le masse di aria fredda artico-continentali di una saccatura in rapida estensione meridiana. Tutto concorre ad un disegno nel quale l’alta pressione apre sul suo fianco sud-orientale così da consentire che l’affondo possa estendersi in senso retrogrado e possa coinvolgere il mediterraneo. Il disegno, riferito alla situazione prevista a 5-6 giorni, indica la fase suddetta nel pieno della sua maturità e nella quale una diramazione dell’azione fredda, in moto da est e da nord-est, aziona un contesto ciclogenetico proprio in pieno mediterraneo e sul medio tirreno (frecce grandi). Flessione termica e una folata di instabilità, anche con il ritorno della neve sul centro-nord e a quote relativamente basse, sono allora da considerare, per quei giorni, assai probabili. L’evoluzione della situazione, che in casi del genere non è mai troppo rapida, mostra poi, comunque ed a partire da inizio terza decade, la tendenza graduale alla tipica progressione in senso ulteriormente retrogrado e verso sud-ovest, secondo un processo che può parzialmente chiudere il flusso freddo o attenuare la stessa azione fredda, che può spostare la falla barica più a sud o più a sud-ovest e che può, quindi, ridisegnare il contesto ciclonico secondo il profilo di una circolazione afro-mediterranea delle basse latitudini non estranea a mitizzazioni sciroccali o a rialzi termici (frecce piccole)…
Pierangelo Perelli