La situazione che va determinandosi è una delle situazioni piovose più classiche, tipiche dell’autunno ma anche della primavera. I clamori, gli allarmismi, i cicloni, le centinaia di mm di pioggia lette qua e là e destinate a sommergere mezza italia fanno parte della letteratura o della meteo romanzata e finalizzata a colpire la folla. In verità gli accumuli di pioggia possibili in certe aree ed in situazioni di questo tipo possono essere marcati, ma, al di là di questo, occorre sempre informare con rigore ed oggettività scientifica. Gli stessi istituti che fanno i calcoli, in casi del genere, fanno previsioni dettagliate ma che tendono a variare di emissione in emissione, perché è oggettivamente complicato prevedere dove si formeranno i sistemi nuvolosi più intensi capaci di creare situazioni alluvionali. Personalmente e naturalmente guardo con frequenza la previsione di pioggia prevista sulla mia zona e persino sul mio comune, rilevando, talora, differenze anche sostanziali tra un servizio meteo ed un altro e rilevando variazioni altrettanto sostanziali da una emissione alla successiva. Ed al momento mi sembra di rilevare il quadro di una situazione del nord-italia meritevole di attenzione ma anche non catastrofica o, perlomeno, che rientra nel range di una configurazione meteo perturbata o piovosa, e di quelle che, per forza di cose, in capo ad un anno, ogni tanto si creano. Ho, ahimé, diversi decenni sulle spalle ed il quadro della tipica situazione con affondo sul mediterraneo occidentale e formazione di minimo sul ligure-tirrenico l’ho vista spesso e sin da quando ne parlavano, quelli si con sobrietà e rigore scientifico, i grandi bernacca, baroni e caroselli. Ora le medesime situazioni sono cicloni spaventosi e la fine del mondo. E i cicloni spaventosi li ho disegnati per come li intendono, intorno ai giorni 16/17, ECMWF (a sx) e GFS (a dx). Le due configurazioni, a supporto della discreta affidabilità relativa, in pratica coincidono. Ma, attenzione; coincidono nel senso generale del termine perché un minimo di differenza lo si può rilevare. Il minimo indicato da ECMWF è un pò più profondo ed i due minimi non sono proprio disposti nella stessa precisa posizione. E lo scrivo perché sono questi i dettagli, oltre a tanti altri ed a livello locale, che possono fare, in termini di fenomenologia, la differenza. C’è anche da dire, poi e per fortuna, che detta configurazione depressionaria, evolutivamente un pò lenta all’inizio, sembra poi poter sfondare, ovvero maturare da situazione baroclina a barotropa e muovere verso est o nord-est in tempi più rapidi del previsto; anche se è naturale come una faccenda del genere sia sempre da monitorare ora per ora…
Pierangelo Perelli

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