Editoriali — 13 Febbraio 2014

Tra promesse di cambio stagionale di fine mese e ribaltoni inquietanti potrebbe arrivare una primavera anomala e precoce. In fondo il motivo dominante di questo inverno è stato il pugno di ferro in equilibrio tra un VP mai fragile ed un anticiclone sub-tropicale tuttaltro che assente. E tutto questo anche a dispetto di un fronte polare che, qualche volta, ha tentato di guadagnare posizioni verso meridione. Le tempeste del nord europa sono lì a testimonianza di questo contesto. Allora non può sorprendere l’eventualità  di un proseguimento di tale situazione, eventualmente poi a traino di un precoce inizio della stagione successiva. Non stiamo parlando della primavera ideale, dettata dalle azzorre e dal maestrale, quanto piuttosto di possibili flessioni mediterranee arginate da rimonte africane. La fenomenologia di fasi temporanee associate a flessioni  di questo tipo  le abbiamo già viste e sono anche quelle che, in certi casi, hanno prodotto le note piogge alluvionali da stazionarietà. In orizzonte si intravedono proprio eventi di questo tipo, tanto scatenati dal desiderio di spinte meridiane in saccature afro-mediterranee quanto ostacolati da un anticiclone sub-tropicale sempre vivo ed in grado di porre argini carichi dei primi tepori stagionali. In situazioni come queste la primavera può esplodere in un formato davvero eclatante, ma può anche nascondere le insidie di piogge non trascurabili. Il disegno mostra la possibile situazione di metà settimana prossima, che evolve a partire da alcuni giorni prima e che configura un disegno, pur in un contesto fondamentalmente semi-mobile, quasi da ring blocking, con cut-off in in sede nord africana e saccatura madre sul nostro nord-ovest. Di certo il centro-sud avverte il caldo abbraccio dell’africa, mentre il settentrione si ritrova esposto ad un flusso assai umido ed instabile, naturalmente tanto più insidioso quanto più stazionario…

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Pierangelo Perelli

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