L’inverno che, finalmente, fa l’inverno è quello di una sfuriata di aria fredda artico-continentale che, favorita nel suo richiamo verso occidente anche dalla moderata depressione mediterranea in transito, investe la penisola con venti di grecale e con riduzioni termiche degne di tale nome. L’episodio invernale è ben sottolineato anche da una pioggia che, nel corso della nottata, si trasforma in una debole precipitazione nevosa su colline e persino pianure del centro-nord. Nulla di che ma certamente qualcosa di quel vero segno invernale che, sino a qui, si era visto assai poco. Purtroppo per i freddisti, però, lo stesso episodio non sembra dover avere vita particolarmente lunga, o, perlomeno, non sembra che debba affermarsi e rinforzarsi ulteriormente per merito di un blocco di particolare durata. La sacca fredda in quota e l’annesso flusso orientale o nord-orientale al suolo andranno, infatti, gradualmente trasferendosi verso levante o sud-est nel corso della settimana, smorzando i toni del freddo in un modo non così rapido ma certamente sensibile. Di fatto i segni dei forecast di medio termine indicano un trend favorevole ad una certa mobilità zonale, collegata ad una riduzione dei massimi barici delle medio-alte latitudini, ed indicano, più in generale, la tendenza verso un regime più occidentale. Tuttavia lo stesso regime più occidentale potrebbe, a sua volta, non avere una vita particolarmente lunga per gli effetti di una nuova meridianizzazione con rimonta sub-tropicale alla longitudine dell’europa occidentale, inquadrabile a partire da fine decade, e tutta da esaminare nei suoi risvolti più o meno anticiclonici per il mediterraneo centrale. Va da sé, infatti, che una affermazione anticiclonica quale quella che sembra profilarsi nel corso dei primi giorni di terza decade, può distribuirsi in maniera tale da regalarci un tempo stabile e, a parte il freddo da irraggiamento notturno, relativamente mite, oppure può distribuirsi più ad ovest in maniera tale da regalarci un tempo più aperto ad infiltrazioni di aria fredda di matrice continentale. Va detto che nel merito sussiste al momento ben poco di certo e non possiamo certo escludere né l’ipotesi di una alta pressione invadente, stabilizzante e più conforme a segni primaverili che invernali, e né l’ipotesi di una alta pressione che, nel corso del tempo, matura maggiormente in senso meridiano mantenendo vive certe speranze freddiste. Il disegno si riferisce alla situazione prevista in quota tra i giorni 19 e 20 febbraio ed è eloquente, anche con l’aiuto della simbologia, nel delineare il contesto generale ed il trend in maturazione sopra descritti…
Pierangelo Perelli